Vivere in città: aspetti positivi e negativi

 E’ capitato almeno una volta nella vita di chiedersi se è meglio vivere in città o in paese. Esistono molte differenze tra i due contesti, sia vantaggi che svantaggi. Vediamo quali sono.

Chi vive in città trova ogni cosa, la sua vasta dimensione permette di avere all’interno ogni componente possibile ed immaginabile, ogni giorno si ha la possibilità di fare qualcosa di diverso, che si tratti di una cena in un nuovo ristorante, un nuovo film in uscita nelle sale, un concerto in un pub, una particolare festa in piazza, una partita a bowling o un giro sulle giostre, la lista potrebbe essere davvero interminabile. E’ proprio questo il vantaggio principale delle grandi città, ovvero la possibilità di fare qualsiasi cosa ci venga in mente, perché tutto sarà disponibile a tutte le ore e a qualche minuto di macchina. In città non trova riscontro pratico l’invadenza, che può essere fastidiosa, data la diffidenza tra concittadini e la maggior difficoltà a conoscere anche solo tutto il vicinato, in quanto numeroso ed inserito in un contesto molto vasto. Le città inoltre hanno un fascino particolare: le strade larghe, i palazzi alti ma soprattutto i monumenti di misure mastodontiche, ognuno con la sua storia, come pezzo tangibile di un’epoca che non esiste più.

La città offre molti vantaggi ma è anche vero che in quest’ultima possiamo dire addio alla tranquillità, al silenzio e al relax. La vita delle grandi città è una vita frenetica, chiassosa e spesso molto confusionale. Ci si ritrova a combattere con traffico, file chilometriche per entrare nel locale più in voga del momento e negozi super affollati per i saldi da poco disponibili. In città spesso i prodotti alimentari non sono sempre freschissimi e di alta qualità (al contrario della campagna), nonostante siano disponibili tutto l’anno. Inoltre, si ha meno tempo per i rapporti umani e per se stessi, si vive lontani dai propri amici ed in mezzo a molti estranei. Da considerare anche l’alto tasso di criminalità rispetto al paese, in città gli scippi e le rapine (per citarne alcune) sono all’ordine del giorno. (https://doc.studenti.it)

Ma il disagio maggiore è legato alle auto. C’è un forte rischio di imbattersi in multe per le varie zone ZTL, ecopass, parcheggi riservati, per non parlare delle difficoltà che si riscontrano per trovare parcheggio o per guidare nel traffico. Inoltre un altro aspetto da non sottovalutare è l’inquinamento. In città i livelli sono notevolmente più alti rispetti alla campagna con ripercussioni sulla salute degli individui.

Il piccolo paese

 Un aspetto positivo è sicuramente il costo più contenuto dell’immobile sia per affittare che per acquistare, i servizi e i negozi sono mediamente più economici. In paese inoltre si vive maggiore umanità e accoglienza che spesso viene a mancare nelle grandi città; si respira più fratellanza, il valore della famiglia, cosi come quello dell’amicizia è più sentito, e non solo, davanti alla sofferenza altrui si trova sempre il tempo e il modo per una parola di conforto, anche se a volte si cade nell’obbligo morale. Anche l’ambiente è più genuino, l’aria è più pulita, il traffico è assente ed è facile trovare parcheggio. La tranquillità presente nei paesi permette più facilmente di ritrovarsi a correre, a passeggiare o a giocare con i bambini che si sentono più liberi e autonomi, poiché rispetto alle città che necessitano di un’area attrezzata, in paese basta girare l’angolo per trovare un’area verde naturale.

Nonostante il verde, anche il paese ha i suoi aspetti negativi, uno in particolare è l’invadenza. Se in città, tutti corrono e nessuno si ferma, in paese qualsiasi azione o comportamento di un individuo trova spazio nel pettegolezzo, ecco perché diventa a volte soffocante vivere. Tutto si viene a sapere, tutti si conoscono e la privacy più che un diritto diventa un sogno. Inoltre bisogna fare i conti con la monotonia, che può risultare angosciante, l’assenza di distrazioni e il “poco da fare” si rivela spesso molto deleterio specialmente per i giovani. I servizi sono carenti, fuori dagli orari di punta le corse dei mezzi pubblici sono scarse, quindi la macchina diventa fondamentale per spostarsi.

I ragazzi inoltre non sono stimolati dai genitori verso lo studio ma piuttosto preferiscono cercare aiuto nel lavoro e nei campi

Raramente sono presenti associazioni culturali dove poter coltivare le proprie passioni o i propri hobby e anche le opportunità lavorative sono meno variegate e più ridotte, causando così uno spopolamento dei giovani che ambiscono ad altri ruoli e si spostano nelle metropoli.

Stress da città: effetti sull’organismo

Sul piano psicologico è risaputo che vivere in città fa aumentare i livelli di stress e il rischio di soffrire di disturbi mentali, tra cui disturbo dell’umore e ansia. Diversi studi hanno dimostrato che patologie come schizofrenia, depressione, disturbi d’ansia sono più comuni negli abitanti delle città.

Dagli ultimi studi epidemiologici, i risultati evidenziano che le persone che vivono in città hanno una probabilità di subire un attacco di panico superiore del 20% rispetto a chi vive in aree rurali. Addirittura la probabilità aumenta sino al 40% per tutti i disturbi tipici dell’umore come la depressione. Non solo, secondo un numero crescente di psichiatri, la schizofrenia colpirebbe con una probabilità doppia chi vive in città e, dato curioso, quanto più la metropoli è popolosa. (D. Banfi, 2011). Questi dati sono stati confermati dai ricercatori tedeschi dell’Istituto Centrale di Salute Psichica dell’Università di Mannheim che per la prima volta in assoluto hanno individuato una specifica area cerebrale, la cui attività è differente di chi abita in città rispetto a chi vive in campagna, correlata ai più comuni disturbi mentali. Lo studio è stato effettuato reclutando diverse persone provenienti da zone rurali, da piccoli paesi e da città sopra i 100 mila abitanti. Dai risultati è emerso, oltre ad un aumento dell’attività cardiaca, della pressione sanguigna e dei livelli di cortisolo circolanti (ormone dello stress), che l’attività dell’amigdala, la struttura cerebrale responsabile della sensazione di paura, era molto più intensa più era popolosa la città nella quale la persona viveva. Non solo, anche un’altra area, la corteccia cingolata anteriore, risultava più attiva se l’individuo sottoposto al test aveva vissuto in città la propria infanzia. (D. Banfi, 2011, www.fondazioneveronesi.it).

Lo stress in città costituisce un fattore di stress costante, determinando un insorgere di disturbi d’ansia derivato dall’esposizione a fattori ambientali nocivi, come il traffico e la mancanza di aree verdi, incrementando così un circolo vizioso. Infatti lo stress a cui si è sottoposti abbassa la soglia della tollerabilità dei suoni contribuendo all’insorgere di emicrania e contratture muscolari e incidendo sul tono dell’umore.

E’ anche vero che esistono persone che non amano sentirsi isolate, preferiscono il caos cittadino e la socialità alla tranquillità e al relax del paese, una persona che vive in città difficilmente si abituerebbe alla vita di paese, proprio perché il cambiamento è radicale. Ecco perché il punto fondamentale è che non si può affermare se è meglio vivere in città o in paese, tutto dipende dalle caratteristiche delle persone e dalle strategie di adattamento che mettono in atto. Non ci sono scelte giuste o sbagliate. La cosa certa è che non scegliere è la cosa peggiore. Scegliere dove e come vivere sta diventando una questione di autenticità a ritmi mentali diversi. (Meyer, 2011 www.voglioviverecosi.com).

Riferimenti Bibliografici

 Selye H., The stress of life, Mc. Graw-Hill, New York, 1956.

Biondi M. (1977), Stress, sistema nervoso centrale e sistema immunitario, Medicina Psicosomatica, 1, 53-70.

www.fondazioneveronesi.it (20-11-2018)

https://scuola.repubblica.it (21-11-2018)

https://doc.studenti.it (19-11-2018)

www.pazienti.it (19-11-2018)

www.voglioviverecosi.com (20-11-2018)

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About Author

Sono laureata in Psicologia applicata ai contesti di salute, lavoro e giuridico forensi; attualmente lavoro nella ricerca e selezione del personale.

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