Psicologia Ambientale e Psicologia Cognitiva

I principali temi della psicologia ambientale , prendono in considerazione sia gli aspetti cognitivo-percettivi nella relazione individuo-ambiente, sia quelli affettivi ed emotivi che legano l’individuo a determinati spazi (Russell e Lanius, 1984).Un notevole contributo alla conoscenza del funzionamento dei processi cognitivi è stato offerto dagli studi condotti, in ambito psicologico, da alcuni autori quali Piaget, Vigotskij e Bruner. Tali studi, hanno influenzato in modo decisivo l’ambito della pedagogia e in particolare il campo della psicologia cognitiva, la quale, alla luce delle ricerche condotte, ha rivisitato i propri metodi di insegnamento e di apprendimento.

Jean Piaget (1896-1980), epistemologo e psicologo svizzero, considera il fanciullo un “organismo” attivo, in grado di adattarsi all’ambiente circostante e capace di apprendere attraverso i processi di assimilazione e di accomodamento. Nel momento dell’assimilazione la mente assorbe gli stimoli dell’ambiente esterno, mentre in quello dell’accomodamento, la mente procede ordinando le informazioni contenute nel bagaglio conoscitivo (sviluppando così l’intelligenza), trasformando le proprie strutture per integrare nuovi contenuti di conoscenza appresa. Piaget propone la “teoria degli stadi evolutivi” nella quale evidenzia, sia come la crescita del fanciullo si basi sulla continua ricerca di equilibri fra la maturazione fisica e le complesse sollecitazioni dell’ambiente fisico e sociale con il quale si relaziona, sia come lo sviluppo intellettivo del fanciullo derivi dalla maturazione del sistema nervoso.

Ma in che modo l’ambiente influisce sullo sviluppo del bambino?

Secondo alcuni ricercatori esiste un legame tra l’esposizione a spazi verdi e lo sviluppo cognitivo dei bambini delle classi elementari.

Una ricerca, finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del progetto Breathe, si è svolta a Barcellona e ha studiato gli effetti dei cosiddetti Trap (traffic related air pollution), ovvero agenti inquinanti derivati dal traffico, sullo sviluppo del cervello nei bambini.

I ricercatori hanno dunque valutato l’associazione tra l’esposizione alla natura, la memoria e la capacità di attenzione dei bambini.

È emerso che la prolungata esposizione al verde comporta notevoli miglioramenti nei bambini, aumenta del 6% la memoria di lavoro e diminuisce dell’ 1% la disattenzione.

Le aree verdi annesse alle scuole dell’infanzia o alle scuole elementari, negli ultimi anni, stanno suscitando interesse agli occhi di amministratori, educatori, psicologi, progettisti. Tali aree vengono paragonate ad “aule speciali”, ricche di materiale didattico, di risorse, di stimoli .

I bambini sembrano avere una forte predilezione per l’ambiente naturale. Infatti la forte predisposizione che l’uomo possiede di cercare contatti con la natura è sentita in modo particolare nel periodo infantile. Ed è stato visto come un contatto assiduo del bambino, con gli ambienti naturali, porti ad uno sviluppo maggiore dell’immaginazione, del senso di stupore e meraviglia, ma non solo…

L’esperienza diretta in un ambiente ricco di stimoli, come quello naturale, è importante fonte di apprendimento, inoltre i bambini individuano intuitivamente le opportunità che l’ambiente offre e le sfruttano durante il gioco: corrono, si nascondono dietro ai cespugli, si arrampicano sugli alberi, giocano con i sassi e la terra, si bagnano nei ruscelli, fanno tutto ciò che è nelle loro possibilità e si sentono liberi di andare dove le loro gambe e il loro senso di avventura li porta.

Il gioco è lo strumento che i bambini usano per esplorare , per socializzare e rapportarsi con gli altri, è considerato come un bisogno primario, quindi è importante creare degli spazi in cui sia garantita al meglio la libertà di espressione, di sperimentazione e di sviluppo di alcuni lati del carattere.

Proprio per questo, negli ultimi anni, si tenta di favorire la creazione di spazi verdi negli ambienti che sono maggiormente frequentati dai bambini, in particolar modo nelle scuole. Ne giova non solo il benessere psichico dei più piccoli: migliorare l’apprendimento dei bambini, significa contribuire a formare individui con maggiori capacità mentali, in grado di comprendere maggiormente l’importanza della natura, che gli adulti stanno gradualmente distruggendo.

 

 

Bibliografia:

Ghersi A. (2007).Paesaggi terapeutici: come conservare la diversità per il “ben-essere” dell’uomo. Firenze: Alinea Editrice

Sitografia:

http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?ida=4098

http://www.davidealgeri.com/psicologia-ambientale.html

http://www.lifegate.it/persone/news/studio-aree-verdi-scuola-sviluppo-cognitivo-bambini

 

 

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About Author

Laureata in Servizio Sociale, con tesi sperimentale in Psicologia Ambientale. Attualmente iscritta alla specialistica di Scienze e Politiche Sociali, ho a cuore il benessere delle persone e in particolare dei bambini. I miei principali interessi scientifici sono rivolti alla comprensione dei processi psicologici che si instaurano tra le persone, in particolare i bambini e gli ambienti, o luoghi, di vita quotidiana (l’ambiente scolastico in primis) e valutare come tali processi influenzano positivamente o negativamente il benessere psicologico dell’individuo.