Chi è un sensation seeker

La traduzione letterale dell’espressione “sensation seeker” è ricercatore di sensazioni. Essere un sensation seeker vuol dire essere una persona che non si accontenta di vivere una vita abitudinaria. Più precisamente, le sensazioni tanto ricercate, sono al limite, rischiose. Pensiamo agli sport estremi: paracadutismo, mountainboard, funambolismo, parkour, tuta alare, surfing, wakeboard. Chi ricerca sensazioni nuove lo fa anche attraverso la guida spericolata, l’uso di sostanze stupefacenti, la commissione di reati. Molte sono state le teorie che hanno spiegato la personalità ed il suo funzionamento. Zuckerman in particolare ha esposto il funzionamento di questi individui. Ciò che contraddistingue inoltre questi soggetti, oltre alle predisposizioni della personalità, è l’arousal. Rispetto ad altri, essi infatti hanno un livello di attivazione del sistema nervoso più alto. Questo significa che per sentirsi stimolati abbastanza hanno bisogno di sensazioni forti (Zuckerman, 2007). Possiamo dedurre da ciò che questa predisposizione ha delle basi neurobiologiche che la sostengono.

Vedere una persona che si lancia da un aereoplano, oppure che sfida la potenza delle onde è stupefacente ai più. La ricerca di forti stimolazioni da parte dei sensation seeker è strettamente connessa a ciò che di ignoto esiste in natura. Mettere a rischio il proprio corpo e poi uscirne illesi (a volte), ha a che vedere con la percezione di onnipotenza che si ha di se stessi. La dottoressa Monaco (n.d.) scrive: “dietro alla tendenza a rischiare potrebbe risiedere una sopravvalutazione di sé oppure una svalutazione della vita”. La stessa continua affermando che ciò dipenda da tratti depressivi che avvicinano a ciò che si desidera e si sopravvaluta, ovvero la morte. Bisogna tuttavia specificare che queste tendenze non sono collegate a comportamenti di autodistruzione o di autolesionismo. Non sono inoltre soddisfatti i criteri di Disturbo Borderline di Personalità, il quale si presenta sotto diverse forme (Iaconis, 2017). Di contro ciò che viene esperito è il “sentirsi vivi davvero”.

Personalità e aspetti neurobiologici

Zuckerman è stato uno dei più importanti ricercatori che ha trattato la sensation seeking. Egli ha descritto alcune caratteristiche ricercate dai sensation seeker nelle esperienze che vivono. Tra queste la varietà, la novità e la complessità. La prima riflette la necessità di vivere qualcosa di diverso. La seconda ha a che fare con la massima imprevedibilità. La terza si riferisce invece al numero di elementi stimolo ricercati (Zuckerman, 1979). Quanto più la circostanza è imprevedibile, mutevole e complessa, tanto più è stimolante e soddisfacente. Lo stesso studioso ha sviluppato un questionario per indagare le cinque dimensioni della personalità da lui esposte. Il test è lo Zuckerman-Kuhlman Personality Questionnaire e le dimensioni ricercate riguardano: ricerca impulsiva di sensazioni, nevroticismo-ansia, aggressione-ostilità, attività e socievolezza (Caprara, & Cervone, 2003). Dobbiamo allo stesso ricercatore la Sensation Seeking Scale che valuta il livello di suscettibilità all’eccitazione o alla noia (Lauro, 2018). Le sue ricerche hanno dato importanti risultati anche a livello biologico-evoluzionistico.

Lo stato di attivazione neuronale che genera una risposta comportamentale ha a che fare con l’evoluzione dell’uomo (Iacucci, 2014). Egli ha appreso di reagire con il combattimento o con la fuga di fronte a stimoli rischiosi per la sopravvivenza. Nel corso del tempo l’uomo ha anche distorto questa funzione, permettendo un’eccessiva attivazione anche a fronte di eventi non rischiosi. Tuttavia i sensation seeker rappresentano quella fetta dell’umanità che gli stimoli se li vanno a cercare. La sensazione esperita quale “brivido di vita” è la conseguenza della secrezione di neuromodulatori attivanti. La dopamina, che sappiamo essere il neurotrasmettitore del piacere, è tra questi. In particolare, ciò che è stato riscontrato è una inferiore quantità di recettori dopaminergici che consentono a loro volta più dopamina libera. La presenza massiva di questo neurotrasmettitore è associata al piacere provato.

La sfida verso la natura ignota

“Il fatto che qualcosa vada storto […] dà un formicolio fantastico, è una scarica di adrenalina, quasi animalesco”.

“Potrà sembrare stupido, ma quando vedo il replay di cosa ho fatto, penso: non è possibile che ce l’abbia fatta […] A volte mi spaventa”.

Questi sono alcuni passi di un libro di Inchingolo (2013), il quale descrive le sensazioni provate dagli stuntmen. Esistono infatti non solo persone che sfidano la natura per hobby, ma c’è chi lo fa anche per lavoro. Questi uomini si fanno pagare per rischiare la pelle. Ebbene, come abbiamo già approfondito il concetto di rischio ha delle accezioni differenti tra persone diverse. I sensation seeker infatti non accettano il rischio per il solo gusto di affrontarlo. Si aspettano da questo una ricompensa sotto forma di nuove esperienze (Rossi, & Cereatti, n.d.).

Non è lontana da pericoli la sfida che i sensation seeker affrontano. Non di rado giungono notizie di alpinisti travolti da valanghe di neve o di paracadutisti schiantati al suolo. Non sempre questa sfida è vincente. A volte l’ignoto che solo la natura conosce è quell’ostacolo che neppure i più coraggiosi riescono a superare. Nonostante ciò alcune persone accettano la partita, sebbene questa esista solo nella misura di un personale bisogno. Andrebbe tuttavia specificato che non tutti i ricercatori di nuove sensazioni la avvertono. Molti di loro hanno un rapporto di comunione, simbiotico con la natura. E’ lei che genera il piacere in loro, pertanto non può essere un campo di battaglia. Il costante allenamento e le buoni abitudini consentono di avere sempre maggiore sicurezza e vicinanza all’ambiente scelto (ibidem). Insomma fare sport estremi fa bene, a meno che non ci restiate secchi!

Riferimenti bibliografici

Caprara, G. V., & Cervone, D. (2003). Personalita. Determinanti, dinamiche, potenzialità. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Iaconis, B. (2017). Quando la vita ti annoia e il pericolo ti fa sentire vivo: la ricerca del brivido dei sensation seeker. Antro Di Chirone, Articoli di Psicologia. Retrieved December 19, 2018, from http://antrodichirone.com/index.php/it/2017/06/06/quando-la-vita-ti-annoia-e-il-pericolo-ti-fa-sentire-vivo-la-ricerca-del-brivido-dei-sensation-seeker/

Iacucci, M. (2014). Il piacere derivante da attività rischiose e la ricerca di sensazioni. Come si Sviluppa e quali caratteristiche ha la tendenza alla ricerca di sensazioni? Il fascino che le attività rischiose esercitano su certi individui. State of Mind. Il giornale delle scienze psicologiche. Retrieved December 19, 2018, from http://www.stateofmind.it/2014/10/sensation-seeking-rischio/

Inchingolo, R. (2013). Perché ci piace il pericolo. Adrenalina, paura, piacere. Milano: Sironi Editore.

Lauro, G. (2018). Il sensation seeking. Psicologi Italiani. Retrieved December 19, 2018, from https://www.psicologi-italiani.it/psicologi/area-pubblica/saperne-di-piu-su-psicologia-e-psicoterapia/il-sensation-seeking.html

Monaco, M. (n.d.). Psicologia degli sport estremi. Benessere.com. Retrieved December 19, 2018, from http://www.benessere.com/psicologia/arg00/psicologia_sport_estremi.htm

Rossi, B., & Cereatti, L. (n.d.). Studio sulla ricerca di sensazioni effettuata su atleti di montagna attraverso la SSS (Sensation seeking scale) di Marvin Zuckerman. Istituto Superiore Statale di Educazione Fisica e Scuola dello Sport-CONI. Retrieved December 19, 2018, from http://gognablog.com/wp-content/uploads/2015/04/Studio-sulla-ricerca-di-sensazioniita.pdf

Zuckerman, M. (1979). Sensation Seeking: Beyond the Optimal Level of Arousal. Hillsdale, New Jersey: Lawrence Erlbaum Associates.

Zuckerman, M. (2007). Sensation Seeking and Risky Behavior. Washington, DC: American Psychological Association.

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About Author

Mi chiamo Laura Gabellone, e sono una psicologa in formazione: attualmente seguo un master in Psicologia Giuridica per avvicinarmi al mondo della Psicologia Forense. Ho partecipato come volontaria al sostegno di tossicodipendenti presso il Centro di Prima Accoglienza di Villa Maraini. Ho seguito diversi seminari e corsi per migliorare le mie competenze in ambito psicologico affinché io possa fare di questo un lavoro futuro. Ho abbracciato il mondo della musica seguendo il Vecchio Ordinamento del Conservatorio Tito Schipa di Lecce; ora, appassionata di scrittura, collaboro da tirocinante alla rivista di Psicologia Ambientale.

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