Cacciare: tra opinioni contrastanti

La caccia rappresenta da sempre un pezzo del puzzle della storia dell’esistenza del genere umano;  basti pensare alle raffigurazioni nelle pitture rupestri risalenti alla preistoria, o al mito greco di Artemide, Dea della Caccia, icona di mirabile bellezza, indipendenza e competizione nel confronto con il potere maschile. (Barella A., 2010). Attualmente il dibattito tra Cacciatori Vs Animalisti si fa sentire con voci sempre più acute che in prossimità di chiusura  calano in un silenzio assoluto senza trovare un punto d’accordo; ma dal momento che il distanziarsi dalla “mediocritas” per prediligere i limiti estremi, è ormai caratteristico dell’attuale epoca, tutto ciò non ci stupirà più di tanto. (http://www.treccani.it/vocabolario/mediocrita/); dunque, prima di prendere una posizione è bene approfondire e conoscere da più vicino la pratica della  caccia, poiché è stata uno degli strumenti fondanti nell’evoluzione della specie umana.

A differenza di tutte le altre nazioni, in Italia, la caccia è vittima di un’elevata ostilità da parte della maggioranza del popolo e solleva numerosi dibattiti, per tre ragioni:

  • l’inaccettabilità morale ed etica verso l’uccisione per delitto di esseri indifesi
  • l’avversione nei confronti di un articolo del Codice Civile introdotto nella legislazione nel 1942 per favorire la preparazione bellica degli italiani allora in guerra, che permetteva esclusivamente ai cacciatori il libero accesso nelle proprietà private senza il consenso altrui
  • l’arroganza di tutte quelle associazioni venatorie che riescono a ottenere dai Governi regionali maggiori deroghe e norme in contrasto alla legislazione italiana e a tutte quelle linee guida fissate dall’Unione Europea trasformando la caccia in una minaccia all’ecosistema. (https://www.wwf.it/specie/wwf_e_la_caccia/ )

Per restituire alla caccia il ruolo vantaggioso che ricopriva in passato collocandosi tra le misure di conservazione della fauna selvatica, è necessario abbracciare l’idea di voler tornare a vivere in totale armonia con la natura, aprendo le porte alla possibilità  di introdurre un modello di caccia ben regolamentata e gestita nell’interesse della fauna, e totalmente impegnata a tutelare il patrimonio naturale. A lanciare questo messaggio è il WWF: la prima organizzazione a livello mondiale per la conservazione di natura, habitat e specie, che si fa portavoce di un modello di caccia moderno, “ la caccia sostenibile”. (http://www.acaccia.com/2017/05/wwf-si-alla-caccia-cacciatori-difendiamo-la-natura/

Alla scoperta dell’istinto alla caccia

Per restituire alla pratica della caccia il suo significato originario e la sua accezione positiva sul fronte psicologico, adottiamo la prospettiva evoluzionistica dei Sistemi Motivazionali di Liotti et al. Premesso che l’essere umano sia dotato di una sensibilità più evoluta rispetto a quella degli altri esseri viventi, in quanto facoltà conoscitiva che procede per tre gradi: istintivo, emotivo e sentimentale; è importante sottolineare come al primo livello gerarchico del sistema motivazionale- cognitivo ed emotivo umano, siano collocati tutti quei Sistemi Motivazionali finalizzati alla salvaguardia dell’esistenza biologica. (Liotti et al. 2017) Tuttavia, noi ci limitiamo ad approfondire la conoscenza del Sistema Predatorio, motivazione istintiva universale che definisce nel procacciamento di cibo, e nella sottomissione dell’altro senza arrivare all’uccisione, il solo ed unico scopo.

Per predazione si intende: “attitudine a porsi in agguato per l’inseguimento della preda; che sia attuato per gioco o per sport, nell’istinto predatorio non esiste aggressività, ma se il soggetto predatore ha intenzione di terminare l’inseguimento fermando la preda, ecco che entra in ballo l’aggressività” (Tullio B. et al 2015). In questo caso si parlerà di aggressività difensiva, perché destinata a sottomettere l’altro senza ucciderlo; nel momento in cui invece l’animale uccide l’altro per cibarsene, si parlerà di aggressività predatoria (Avico R., 2017). È possibile affermare che l’istinto alla caccia, definibile come: “arte nell’inseguimento della selvaggina per la cattura” non attuata come gioco o sport ma solo con lo scopo di catturare la preda per ucciderla e mangiarla per sopravvivere, sia fortemente legata a questa seconda forma innata di aggressività. (Tullio B. et al 2015). Dalla lettura delle diverse interviste rilasciate da numerosi cacciatori professionisti, emerge che: definire la caccia come un passatempo o un agonismo, sia estremamente riduttivo, poiché si tratta di una passione ricca di tradizioni tramandata di generazione in generazione,  ma degna di riconoscimento solo se benefica nei confronti dell’intero ecosistema e se praticata legalmente. (http://basilicatamia.altervista.org/2011/09/10/un-bel-si-alla-caccia-sana-e-legale-con-un-occhio-all’ambiente/)

La Caccia Sostenibile per tornare a difendere la Natura

Una ricerca pubblicata su “Science” dimostra che l’essere umano sia il super predatore del Pianeta Terra, l’unico essere vivente capace di causare estinzioni e alterare ecosistemi; un confronto tra la predazione umana e quella non umana ha mostrato che l’uomo uccide più degli altri animali prendendo di mira esemplari adulti. (Repubblica, 2015) Questo atroce e svantaggioso potenziale del genere umano, proviene dalle tecnologie di caccia a disposizione, che permettono alla specie umana di cacciare correndo rischi minori rispetto a quelli a cui sono sottoposti gli altri predatori. (https://www.focus.it/scienza/scienze/ecco-il-super-predatore-del-pianeta-luomo)

Un nuovo studio pubblicato su Behavioral Ecology dimostra che gli esseri umani stanno cambiando il “landscape of fear” naturale, insieme alla sua funzione ecosistemica; di fatto, è emerso che i piccoli carnivori (volpi, procioni ecc..) che ormai possono essere abituati agli esseri umani, li percepiscono come più spaventosi dei loro nemici naturali ( Smith J.a. et al, 2017). Dal momento che la paura suscitata dalla percezione dei grandi carnivori può formare gli ecosistemi, una ricerca mostra dunque che la paura suscitata dagli esseri umani possa avere un maggiore impatto ambientale. (http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/luomo-super-predatore-piu-terrificante-tassi-volpi-piu-paura-orsi-lupi/)

Tenendo bene a mente i molteplici danni ambientali a cui è sottoposta la fauna selvatica, basti pensare all’inquinamento delle acque o all’urbanizzazione delle campagne, tentare di convogliare tutte le forze contro la caccia per segnarne definitivamente l’abolizione, di certo non migliorerebbe la condizione dell’intero ecosistema. Occorre invece aprire le porte della mente al concetto di “caccia sostenibile”, un modello di caccia sana, efficiente e necessaria per il bene dell’intero ecosistema: “uno sfruttamento sostenibile nella gestione della pesca e della fauna selvatica; un modello moderno che passa da cambiamenti culturali, economici e istituzionali che pongano un limite all’uomo”.(Giannoni L., 2015); una caccia a norma di legge che vengano rispettate regolarmente per abbattere una volta per tutte il fenomeno del bracconaggio e far si che l’essere umano torni a cacciare senza servirsi di quella sua aggressività a fondo distruttivo, ma limitandosi ad emulare i comportamenti dei grandi predatori animali. (Tullio B. , et al 2015) Sembra quasi un paradosso ma la miglior strategia ambientale individuata è che l’essere umano torni ad imparare dagli esseri animali l’arte di cacciare, senza più perdere di vista la sua intelligenza ecologica.

Riferimenti Bibliografici

Liotti G., Fassone G., Monticelli F., (2017) , L’evoluzione delle emozioni e dei sistemi motivazionali, Raffaello Cortina Editore: Milano

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/vivere_green/2015/08/21/luomo-e-superpredatore-il-pianeta-ne-paga-il-prezzo_1eb5e356-73db-11e5-9836-00505695d1bc.html (18/12/18)

WWF: Si alla caccia, con i cacciatori difendiamo la natura  http://www.acaccia.com/2017/05/wwf-si-alla-caccia-cacciatori-difendiamo-la-natura/ (18/12/18)

WWF e la caccia  https://www.wwf.it/specie/wwf_e_la_caccia/  (18/12/18)

Il super-predatore del pianeta è l’uomo https://www.focus.it/scienza/scienze/ecco-il-super-predatore-del-pianeta-luomo (18 /12/18)

L’uomo è il super-predatore, il Pianeta ne paga il prezzo https://www.repubblica.it/scienze/2015/08/20/news/l_uomo_e_il_superpredatore_il_pianeta_ne_paga_il_prezzo-121315441/ (18/12/18)

È l’uomo il super predatore più terrificante. Tassi e volpi hanno più paura di noi che di orsi e lupi http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/luomo-super-predatore-piu-terrificante-tassi-volpi-piu-paura-orsi-lupi/ (18/12/18)

L’aggressività: la capacità di reagire a una minaccia http://www.stellagrigia.eu/articoli/l_aggressivita.htm (18/12/18)

http://www.ilfogliopsichiatrico.it/2017/12/02/0050/ (18/12/18)

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About Author

Sono Lilly Cavicchioni; ho recentemente conseguito la laurea Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università Europea di Roma. In passato ho svolto un tirocinio formativo pre-laurea presso l’associazione DAI, Disturbi Alimentari in Istituzione, e al momento sto svolgendo il tirocinio post-laurea presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, mantenendomi nel settore dei Disturbi Alimentari. Al termine del tirocinio effettuerò l’esame di abilitazione alla professione per poi continuare il mio percorso formativo nell'ambito della psicoterapia, scegliendo una scuola di specializzazione con un approccio Cognitivo Comportamentale.

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