La scuola materna come luogo sicuro

La scuola materna rappresenta un luogo di fondamentale importanza durante l’infanzia, essendo il primo ambiente di apprendimento, di crescita e di socializzazione del bambino. Ogni fanciullo è diverso ed unico e riflette le caratteristiche dell’ambiente di provenienza, che può essere caratterizzato da famiglie equilibrate e ricche di proposte educative o, al contrario, da un nucleo familiare più fragile e precario; da genitori presenti e rassicuranti o da figure genitoriali assenti. (Cerini, 2013)

La scuola materna si presenta come un ambiente sicuro, protettivo, capace di accogliere le diversità e di favorire le potenzialità di ogni bambino, in un contesto di crescita personale e sociale. All’interno di tale istituto, il benessere e l’apprendimento sono promossi attraverso la predisposizione degli spazi educativi e la conduzione attenta dell’intera giornata scolastica. Le aule delle scuole dell’infanzia sono vivibili e accoglienti, in grado di mettere a proprio agio il bambino e di trasmettere un senso di familiarità, di serenità, di rassicurazione. (ivi)

La presenza di docenti qualificati e motivanti è di fondamentale importanza per la costruzione di un ambiente educativo accogliente. Ogni bambino è alla ricerca di legami affettivi e di punti di riferimento ed ha bisogno di continui stimoli sociali e culturali; per questa ragione, la maestra costituisce una figura molto importante nella vita dell’infante. Gli insegnanti devono conoscere ogni aspetto dell’apprendimento nelle varie fasi di crescita, deve essere in grado di scegliere delle strategie di gioco diversificate e di adattare le diverse attività alle varie esigenze del bambino. (ivi)

La scuola è un ambiente di fondamentale importanza per lo sviluppo del fanciullo: all’interno dell’istituto scolastico, quest’ultimo impara a rapportarsi con gli altri, coglie le diverse relazioni tra le persone, ascolta le opinioni dell’adulto, prende esempio dalle figure per lui significative. Per il bambino, l’insegnante dovrebbe rappresentare una figura familiare di cui potersi fidare che possa accompagnarlo nel suo percorso di crescita. Per tali ragioni, l’ambiente scolastico dovrebbe essere del tutto adatto alle esigenze e alla fase di vita del bambino, costituendo un luogo sicuro.

Maltrattamenti sui minori: segni fisici e psicologici dell’abuso

Paradossalmente, la maggior parte delle violenze sui minori avviene nei luoghi “protetti”, come le palestre, i centri estivi, le scuole materne, ovvero gli ambienti in cui i genitori pensano che il proprio figlio sia al sicuro.

L’immagine popolare del pedofilo è quella di un uomo di una certa età, uno “sporcaccione” che mostra anche altre anomalie nel comportamento sessuale, come esibizionismo o il voyeurismo. In realtà, non ci sono delle caratteristiche fisiche specifiche che aiutano a riconoscere un pedofilo: un “orco” può celarsi in qualsiasi persona, di qualsiasi livello sociale, età, sesso e professione. In molti casi, il predatore sessuale si nasconde all’interno della famiglia stessa, e può essere un nonno, uno zio, il padre. Molto spesso si scopre che l’autore delle violenze è una figura esterna alla famiglia che ha conosciuto il bambino in altri contesti e che è a stretto contatto con quest’ultimo; il pedofilo, dunque, potrebbe essere l’allenatore, il vicino, l’insegnante. (Mancini, 2007)

Raramente il minore denuncia l’accaduto e ancora più di rado si può ottenere una deposizione della vittima che sia chiara e coerente. Si possono però palesare dei segni fisici o dei cambiamenti nel comportamento del minore che potrebbero indicare che quest’ultimo stia subendo abusi e maltrattamenti. Prima di tutto bisognerebbe fare attenzione a delle lesioni o lividi ingiustificati, bruciature, morsi; è inoltre fondamentale notare se, quando interrogato su tali ferite, il bambino inventa delle scuse e risponde dando delle spiegazioni senza senso nel tentativo di nascondere la realtà dell’accaduto. (Accurso, 2013)

Tuttavia, i segni fisici dell’abuso possono essere anche molto labili, difficili da riconoscere e addirittura del tutto assenti. Infatti, nella maggior parte dei casi non ci sono tracce evidenti di abuso a livello fisico, sia perché spesso l’accertamento medico avviene tardi rispetto all’accaduto, sia perché le ferite sono spesso rimosse dalla vittima attraverso la medicazione e il lavaggio.

Importante, dunque, è prestare attenzione ai segni psicologici dell’abuso. Il bambino, infatti, può presentare: disturbi del sonno, disturbi alimentari, preoccupazioni insolite e paure immotivate, isolamento, aggressività, autolesionismo, lamentele per dolori fisici, esplosioni emotive improvvise. (Mancini, 2007)

Quali interventi?

 I genitori dovrebbero prestare molta attenzione ai segni fisici e psicologici del proprio figlio. Non solo le parole, ma anche i gesti, i malesseri, i disegni, i giochi in cui è coinvolto il bambino sono fondamentali per i genitori per capire se il fanciullo sta bene nella scuola materna.

Il bimbo, spesso, preferisce tacere per paura di non essere creduto, per vergogna o perché ha subìto minacce da parte del suo aggressore.

I genitori, nel momento in cui vengono a conoscenza di un abuso a danno del minore, devono sporgere denuncia, facendo affidamento alle Forze dell’Ordine (Polizia e Carabinieri) e alla Procura presso il Tribunale Ordinario, che svolgono delle indagini per individuare l’autore di violenza. La Procura presso il Tribunale per i Minorenni, invece, si occupa della tutela del bambino e garantisce la messa in atto di provvedimenti che ristabiliscono una condizione familiare tutelante. (Daher, 2006)

E’ molto importante anche la prevenzione, per ostacolare l’allarmante crescita del fenomeno. E’ da citare un progetto innovativo, stipulato ad opera dell’ASL Città di Milano e del Dottore Alberto Pellai, chiamato “Le parole non dette”. Tale progetto ha fornito a bambini e partner educativi, ovvero genitori e insegnanti, delle occasioni di lavoro-gioco e riflessione sulle tematiche volte a rafforzare la stima di sé, la conoscenza del proprio corpo e delle proprie emozioni, il coraggio di raccontare ad adulti di cui il bambino ha fiducia le proprie esperienze, la capacità di discernere tra le situazioni in cui ci si sente a proprio agio e quelle potenzialmente a rischio. (Progetto “Le Parole non dette”, Lo Scrigno Magico. http://www.scrignomagico.com/it/progetti-prevenzione-abusi/)

Così come l’ambiente sociale, anche l’ambiente fisico è molto importante per prevenire gli abusi su minori. Si potrebbe intervenire per modificare gli spazi, rendendoli più sicuri e diminuendo le situazioni a rischio. E’ stata avanzata una proposta di legge in cui si stabiliva la collocazione di telecamere nascoste all’interno della scuola materna. Le immagini sarebbero decifrate e protette da una doppia chiave di sicurezza e non sarebbero visionabili dai dirigenti e dal personale scolastico, ma solo dal pubblico ministero o dalla polizia nel caso in cui siano state presentate denunce e querele.

Riferimenti bibliografici

Accurso, A. (2013). “Il minore vittima di abuso. Tecniche di indagine, testimonianza e sistema di protezione”. Il mio libro self publishing

Associazione sopravvissuti agli abusi sessuali del clero, Rete l’ABUSO- Come riconoscere un pedofilo, consigli utili alle mamme. http://retelabuso.org/come-riconoscere-un-pedofilo-consigli-utili-alle-mamme/

Cerini, G. (2013). “Le nuove indicazioni per il curricolo verticale”. Maggioli Editore

Daher, L., M. (2006). “L’abuso sui minori. Strategie e azioni”. Bonanno

Mancini, M. (2007). “I segni dell’abuso sui minori. Come si riconoscono, cosa guardare, come interpretare”. https://www.diritto.it/i-segni-dell-abuso-sui-minoricome-si-riconoscono-cosa-guardare-come-interpretare/

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About Author

Dottoressa in psicologia clinica. Mi sono diplomata al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Vallo della Lucania. Ho conseguito la laurea magistrale in PSicologia clinica l'8 marzo 2018 presso l'università Lumsa di Roma. Attualmente sto svolengo il mio tirocinio post-laurea presso l' istituto per lo studio delle psicoterapie (ISP) di Roma. Ho intenzione di effettuare l' esame di abilitazione e di proseguire il mio percorso specializzandomi in psicoterapia.

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