Ogni giorno può essere una nuova occasione per sperimentare se stessi in diverse situazioni, ciò può essere un modo per mettersi alla prova, conoscere i propri limiti e le proprie abilità, aumentando la consapevolezza di sé, del mondo ed affermando sempre più la propria identità personale e sociale.

Prima di parlare però “dell’identità di luogo” è bene spendere poche parole per comprendere meglio cosa sia “l’identità” di una persona, a cosa fa riferimento e di cosa è composta.

Che cos’è l’identità?

 Parlando “d’identità” si fa riferimento, nei casi di normo sviluppo, al periodo adolescenziale; è proprio in questa fase vitale che il ragazzo deve organizzare le trasformazioni fisiche, emotive, cognitive e sociali di questo momento per giungere ad un equilibrio che gli permetta di definirsi ed essere definito e soprattutto di rispondere alla domanda: “chi sono?”.

Molti studiosi hanno indagato questa tematica giungendo ad un pensiero abbastanza comune che vede “l’identità” come un processo attivo di autodefinizione rispetto a sé e rispetto al mondo; inoltre permette di consapevolizzare il proprio cambiamento, la propria struttura interna, la propria modalità operativa e partecipativa nel mondo, all’interno di un processo evolutivo nuovo e riorganizzante.

L’identità non va confusa con il concetto di “personalità”, poiché quest’ultima è l’organizzazione stabile di caratteristiche cognitive, emotive e sociali. L’identità è invece la consapevolezza del proprio funzionamento e di conseguenza la propria capacità di riconoscersi in sé, per sé e nel mondo.

Place identity: come l’ambiente contribuisce alla nostra identità

Che la nostra identità sia condizionata dalle persone e dai gruppi che frequentiamo tutti i giorni, è cosa ormai assodata e ben evidenziata dalla psicologia sociale e dalle diverse ricerche sul campo. Ma se dovessimo fare riferimento invece che a persone fisiche, vive e vegete, a luoghi? Quale potrebbe essere il condizionamento da parte dei luoghi in cui viviamo o abbiamo vissuto sulla nostra identità? Come la città dove siamo nati, la scuola dove andavamo, le strade che si sono percorse in momenti difficili o gioiosi possono avere un ruolo nell’organizzazione cognitiva, emotiva ed identitaria del soggetto?

L’interesse per questo connubio, ovvero quello tra identità e luoghi fisici legati alla vita del soggetto che li sperimenta, si è sviluppato solo con gli anni ‘70 grazie agli approfondimenti dello studioso Proshansky, il quale precisa per la prima volta il concetto di “identità di luogo” definendolo così: “L’identità di luogo rimanda a quelle dimensioni del Sè che definiscono l’identità personale dell’individuo in relazione all’ambiente fisico attraverso un complesso sistema di idee, credenze, preferenze, sentimenti, valori e mete consapevoli e inconsapevoli unite alle tendenze comportamentali e alle abilità rilevanti per tale ambiente” (Proshansky, 1978, 155).

 Grazie a questo concetto di Proshansky si può comprendere che la “place identity” fa riferimento ai significati e ai valori associati a un “ambiente fisico” di cui il soggetto ha fatto esperienza (ricordi legati ad avvenimenti di impatto emotivo, psicologico ecc.) e che hanno una risonanza sulla strutturazione del Sé.

Un elemento fondamentale da non tralasciare è che questa “identità di luogo” ha delle caratteristiche sia di tipo “temporale”, poiché si considerano ricordi passati, esperienze del qui ed ora e possibilmente future; ma anche “spaziale”, poiché ci si riferisce a luoghi oggettivi in cui la persona è stata e ha instaurato un legame che modifica e influenza la propria identità personale.

(https://www.davidealgeri.com/identita-di-luogo/)

(http://www.psicozoo.it/2011/09/11/luoghi-identita-e-attaccamento/)

Una strada, un edificio, un posto qualsiasi può diventare un ambiente carico di emotività, appartenenza e attaccamento secondo ciò che si è vissuto; proprio per questo motivo in base all’esperienza trascorsa, un posto può esserci il più familiare, caldo e confortevole del mondo come al contrario il più freddo e inadeguato che c’è.

Funzioni della “Place Identity”: perché ci è utile?

Secondo lo studioso Proshansky (1978) questo costrutto della “Place Identity” ha ben 5 funzioni che sono utili al soggetto per orientarsi nel mondo e comprenderlo. Vediamole brevemente:

  1. Funzione di riconoscimento: grazie a quest’abilità il soggetto che sperimenta attivamente un luogo è in grado di comprendere e distinguere, in seguito, se quell’ambiente è affidabile, sicuro e adeguato per sé, piuttosto che pericoloso o inadeguato rispetto alle aspettative e inclinazioni personali; questa capacità rappresenterebbe perciò, una sorta di “apprendimento latente” della situazione vissuta, che permette di fare uno screening inziale della situazione, per poi successivamente riconoscerla.
  2. Determinazione dei significati: questa seconda funzione permette al soggetto di esaminare le caratteristiche dell’ambiente esperito e comprenderne l’utilità e il valore.
  3. Esigenze espressive: ciò sarebbe inerente alla capacità del soggetto di comprendere quanto concretamente un luogo sia adatto o meno a lui e alle proprie peculiarità, caratteristiche e interessi; attraverso questa funzione è possibile distinguere gli ambienti più adatti a sé stessi e che ci fanno percepire a nostro agio; viceversa, quelli che invece non sono affini con noi e che procurano malessere.
  4. Mediazione nei confronti dei cambiamenti: questa funzione è inerente alla capacità del soggetto di avere un controllo sul luogo e sulla situazione che sperimenta in quel preciso momento; ciò permette di mantenere un equilibrio identitario/personale nonostante gli eventuali cambiamenti che possono avvenire nell’ambiente.
  5. Difesa dall’ansia: quest’ultima funzione è riguardante la capacità del soggetto di conoscere mediante l’esperienza un luogo, ricordarlo, e in seguito saper gestire possibili situazioni problematiche o ansiogene, perché già conosciute e apprese grazie alla sperimentazione dei luoghi e situazioni quotidiane. Tutto ciò conduce alla formazione della “Place Identity”.

(http://www.psicozoo.it/2011/09/11/luoghi-identita-e-attaccamento/)

(https://www.davidealgeri.com/identita-di-luogo/)

 Conclusioni

 In definitiva, un luogo, un ambiente, una situazione per una persona qualsiasi può essere scontata, ma in realtà ognuno di noi ha quei “luoghi” irrinunciabili, indissolubili e indimenticabili a tal punto che plasmano ed hanno plasmato le nostre caratteristiche personali, sia nel bene che nel male, poiché ciò che ci lega ad una situazioni non sono sempre esperienze belle; tuttavia entrambe le facce della medaglia possono essere produttive e funzionali per un buon equilibrio individuale e per una buona consapevolezza di sé e del mondo.

Infatti, a volte, un “luogo” non è solo un “posto” qualunque, ma può rivelarsi una grande fonte di ricordi, emotività e senso di appartenenza.

Sarebbe interessante riflettere sull’attaccamento psicologico ed emotivo che si può esperire nei confronti di un “luogo”; infatti, spesso una situazione vissuta in uno specifico ambiente, può diventare per una persona un posto irrinunciabile, con un grande valore e che l’ha aiutato ad essere ciò che è oggi.

Bibliografia

 ATKINSON, W. – HILGARD, E.R. (2014). Introduzione alla psicologia. Padova: Piccin.

BERTI, A.E. – BOMBI, A.S. (2005). Corso di psicologia dello sviluppo. Bologna: il Mulino.

PROSHANSKY, H. M. (1978). The city and self-identity. Environment and Behavior. 10 (2) 147-169.

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About Author

Sono una psicologa clinica abilitata alla professione. Ho conseguito la Laurea triennale presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, nella facoltà di Scienze dell’Educazione e in seguito ho ottenuto la Laurea Magistrale presso la stessa Università, laureandomi in Psicologia clinica e di comunità. Ho svolto l’anno di tirocinio post-laurea presso il Servizio Psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) e il Servizio di prevenzione del suicidio (SPS) nell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea; e presso il Ser.D dell’ASL Roma B all’interno della casa di reclusione di Rebibbia. Sono motivata nel proseguire il mio percorso formativo sia nell’ambito della Psicologia Giuridica, che nell’ambito della psicoterapia, dove in un futuro prossimo, mi appresterò ad iniziare una scuola di psicoterapia ad approccio Strategico Breve.

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