Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la salute è: “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità.

Alla luce di questa ampia definizione, la relazione bambino-natura assume un ruolo importante per lo sviluppo e il mantenimento del benessere. Rientrano in questa diade, e sono quindi oggetto d’interesse paesaggi selvatici, animali, spazi costruiti, giardini e piante.

Nell’indagare gli effetti positivi degli ambienti naturali, differentemente dalle molte ricerche concentratesi sulla riduzione del livello di stress, l’articolo ha come riferimento teorico, il modello formulato da Kaplan e Kaplan, l’Attention Restoration Theory.

Quest’ultimo indaga gli effetti che la natura ha sulle funzioni cognitive. Partendo dal funzionamento dell’attenzione diretta – processo cognitivo impiegato durante la concentrazione- si è suggerito che un meccanismo inibitorio, necessario per evitare le distrazioni, provoca uno stato di affaticamento mentale, che risulta maggiore se lo sforzo è prolungato nel tempo.

Gli effetti negativi derivati dalla perdita di efficienza delle funzioni cognitive sono particolarmente rilevanti soprattutto per quanto riguarda la tendenza all’impulsività e all’ attuazione di comportamenti inappropriati.           Per permettere un recupero del funzionamento del sistema inibitorio è necessaria l’esposizione a stimoli dove l’attenzione è catturata in maniera prevalentemente involontaria e non si utilizza l’attenzione diretta. Gli stimoli naturali appartengono a questa categoria.

Kaplan e Kaplan hanno inoltre individuato diverse fasi per il ristoro, concentrandosi infine sul concetto di restorativeness, ponendo l’accento sull’aspetto di recupero che un luogo specifico può avere per un individuo.

Risulta ormai evidente che il tempo che i bambini trascorrono a giocare nella natura è assai limitato rispetto alle vecchie generazioni; esso continua tuttavia ad avere un valore costruttivo, simbolico ed esplorativo.

I bambini esposti ad ambienti naturali, nonostante maggiori rischi di incidenti, sviluppano competenze “autogenerate” in base ai pericoli percepiti.

Si sviluppano così: abilità sociali, senso di competenza e fiducia in se stessi, uniti a una maggiore comprensione dei propri limiti e a un incremento della resilienza.

Nel bambino quest’ultima include fattori come la capacità di problem solving, quella di prendere l’iniziativa e il senso di autoefficacia.

A livello fisico si ha un buon riscontro nelle capacità sensoriali e motorie, e una diminuzione dei rischi legati all’obesità.

Faber Taylor e collaboratori, hanno condotto una ricerca per indagare il rapporto tra vista della natura e autodisciplina in un campione di bambini assegnati casualmente a edifici aventi diversi livelli di vicinanza con gli spazi verdi.

Lo studio prende in considerazione tre forme di autodisciplina: la concentrazione, l’inibizione iniziale degli impulsi (intesa come la tendenza ad arrivare a conclusioni o compiere azioni in modo impulsivo) e la gratificazione ritardata (che richiede il superamento dell’impazienza e la tendenza a rinunciare a risultati a breve termine).

I risultati evidenziano una netta differenza tra i generi: nelle bambine è emersa una correlazione tra la presenza e visione di aree verdi e la propria disciplina, mentre per i maschi non si rileva nessuna correlazione significativa.

Nonostante vi sia una tendenza a rendere più verdi gli ambienti scolastici, oggi autori come Bell e Dyment, poiché non risulta più sufficiente costruire dei modelli di intervento specifici per il comportamento individuale, sottolineano la necessità di un modello ecologico completo che si occupi della vita delle persone in senso più ampio e collettivo.

Nell’articolo, attraverso la revisione della letteratura e delle ricerche sul campo, si cercherà di comprendere meglio e sottolineare come il contatto con la natura, soprattutto nell’infanzia, abbia notevoli e numerosi benefici troppo spesso sottovalutati nella nostra società odierna.

L’articolo originale è disponibile al seguente link:

Bambini che crescono nel verde

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About Author

Mi chiamo Alice Cusumano, ho 20 anni, sono nata a Catania e mi sono diplomata al liceo scientifico di Giarre. Attualmente studio psicologia alla Kore di Enna. Mi appassionano le gite naturalistiche, soprattutto se fatte in montagna e per questo ho fatto parte di un'associazione mirata alla protezione degli ambienti e delle specie a rischio. Ho svariate passioni come ad esempio il rugby, che pratico a Catania ed il teatro che è stata una delle mie ultime scoperte.