Psicologia Ambientale: Attaccamento al luogo

Quando si parla delle interazioni e dei legami che si instaurano tra individui e luoghi conosciuti, vengono utilizzati vari termini dalle sfumature differenti: identità ambientale, senso di luogo, identità di luogo, attaccamento al luogo.

Approfondendo gli ultimi due concetti, possiamo affermare che l’identità di luogo, definita per la prima volta da Proshansky nel 1978, è:

“una parte  unica dell’identità di sé che rimanda a quelle dimensioni del Sé che definiscono l’identità personale dell’individuo in relazione all’ambiente fisico attraverso un complesso sistema di idee, credenze, preferenze, sentimenti, valori, e mete consapevoli e inconsapevoli, unite alle tendenze comportamentali e alle abilità rilevanti per tale ambiente” (Proshansky, 1978, pp. 147–169).

Sempre secondo l’Autore, essa svolge numerose funzioni per l’individuo: riconoscimento e attribuzione di significato a ciò che ci circonda, funzione espressiva dei valori attribuiti al luogo, difesa da ansia e minacce provenienti da altri setting. Dato il ruolo che l’identità di luogo riveste nella costruzione e integrazione della nostra identità e del nostro Sé, appare chiara l’importanza del significato emotivo e del legame affettivo che attribuiamo ai luoghi che frequentiamo.

Questo legame speciale che ci fa sentire uniti ed emotivamente connessi a determinati luoghi, prende il nome di “attaccamento al luogo”. La denominazione rimanda immediatamente alla teoria dell’ attaccamento di John Bowlby secondo la quale, il neonato, instaura un forte e innato legame con la persona che si prende cura di lui (generalmente la madre).
Questo primo legame svolge una duplice funzione: da una parte garantisce al bambino il contatto con la madre e la conseguente protezione dai possibili pericoli ambientali, dall’altra, si pone come modello per tutte le future relazioni in cui l’individuo sarà coinvolto.

Da alcune ricerche nel campo è emerso che la tipologia di attaccamento sperimentata durante l’infanzia sopracitata, si verifica anche con i luoghi.

Si sono rilevate molte corrispondenze tra l’attaccamento affettivo alle persone e l’attaccamento ai luoghi (Giuliani, 2004) come, per esempio: l’unicità e insostituibilità della persona e del luogo di attaccamento principale, la ricerca di vicinanza, il senso di perdita in seguito all’allontanamento che può trasformarsi in un vero e proprio lutto.

Ovviamente, il legame ai luoghi, può essere declinato sia positivamente, sia negativamente: esistono luoghi che hanno per noi una risonanza emotiva positiva, che ci fanno sentire al sicuro e ci ispirano serenità, mentre ce ne sono degli altri che sentiamo, o ricordiamo, come spiacevoli e ci indispongono.

Così, come accade inizialmente tra il bambino e il caregiver e successivamente tra due individui nell’età adulta, si crea un legame particolare di attaccamento anche tra la persona e alcuni luoghi. Rubinstein e Parmelee (1992) descrivono questo tipo di attaccamento come:

“un insieme di sentimenti che si riferiscono a un luogo geografico, i quali legano emotivamente una persona a questo luogo in funzione del suo ruolo e come setting esponenziale” (Rubinstein e Parmelee, 1992, pp. 140-160).

Si tratta quindi, di un legame affettivo che può assumere diverse forme (Gallino, 2007):

  • emotivo-familiare, è il legame che riguarda i luoghi dell’infanzia o dove si sono svolti avvenimenti importanti caratterizzati da una forte carica emotiva;
  • estetico, verso quei luoghi preferiti per la loro bellezza estetica, indipendentemente dall’avervi vissuto momenti particolari;
  • funzionale, legato ai luoghi che offrono opportunità pratiche per lo studio, il lavoro, il tempo libero ecc;
  • socio emotivo, riferito a tutti gli ambienti in cui, di solito, si socializza: locali, luoghi di divertimento, luoghi d’incontro con gli amici;
  • cognitivo-culturale, legame con luoghi non reali ma immaginari come, per esempio, i luoghi dei romanzi, del cinema o delle rappresentazioni teatrali.

Concludendo, si può affermare che i luoghi in cui viviamo e che ci circondano assumono per ogni singolo individuo differenti e particolari significati, che possono influenzare il nostro umore e il nostro  benessere personale. Ognuno di noi sviluppa quel particolare legame di attaccamento verso quel luogo che ci fa “sentire a casa”, protetti e sereni e da cui non ci separeremmo mai.

 

Bibliografia

  • Ainsworth, M.D.S., Blehar, M.C., Waters, E. e Wall, S. (1978). Patterns of attachment: A psychological study of the Strange Situation. Hillsdale :Lawerence Erblaum.
  • Baroni, M.R. (2008). Psicologia ambientale. Bologna: Il Mulino.
  • Bonaiuto, M., Breakwell, G.M., & Cano, I. (1996). Identity process and environmental threat: The effects of nationalism and local identity upon perception of beach pollution. Journal of Community & Applied Social Psychology, 6.
  • Costa, M. (2010). Psicologia ambientale e architettonica: Come l’ambiente e l’architettura influenzano la mente e il comportamento. Milano: Franco Angeli.
  • Gallino, T.G. (2007). Luoghi d’attaccamento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Proshansky, H. M. (1978). The city and self-identity. Environment and Behavior, 10.
  • Proshansky, H.M., Fabian, A.K., Kaminoff, R. (1983). Place-identity: Physical world socialization of the self.  Journal of Environmental Psychology, 3.
  • Rubinstein, P.L., Parmelee, P.A. (1992). Attachment to place and the representation of the life course by the elderly. In I. Altman & S.M. Low (a cura di) Place Attachment. New York: Plenum Press.

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About Author

Sono laureata in Psicologia applicata, clinica e della salute, curriculum Psicologia della Devianza e Sessuologia; sono iscritta ad un Corso di Formazione biennale in Elementi di Psicologia Giuridica e Psicodiagnostica ed attualmente svolgo il tirocinio post lauream presso l’ Istituto per lo Studio delle Psicoterapie di Roma.

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