Immaginiamo di trovarci immersi in un luogo ancora incontaminato in cui la tranquillità e il verde predominano la scena. Lungo il cammino sicuramente saremo rapiti dalla visione di quel paesaggio ancora tutto da scoprire, dall’ascoltare il fruscio delle foglie degli alberi, dal percepire il profumo delicato della natura, dal poter assaporare un frutto dolce e gustoso appena colto o semplicemente il goderci una leggera brezza fresca sulla pelle.

Tutto ciò che possiamo vedere, ascoltare, gustare o toccare è grazie quindi ai nostri organi sensoriali attraverso i quali l’organismo raccoglie gli stimoli provenienti dalla realtà esterna facendo esperienza di tutte le caratteristiche del mondo circostante.

Ma cosa accadrebbe se uno o più dei nostri sensi fossero “messi a tacere” e quindi limitati nel funzionamento?

Saremo privati sicuramente degli stimoli che normalmente giungono al nostro sistema percettivo provocando ciò che viene chiamato “Deprivazione Sensoriale”.

Che cosa si intende per Deprivazione Sensoriale?

Per Deprivazione Sensoriale si intende quella pratica che consiste nel privare un essere umano della possibilità di percepire una o più stimoli sensoriali (vista, udito, tatto, olfatto e gusto) in modo da isolarlo dall’ ambiente esterno.

“In assenza di stimoli, il cervello smette di funzionare?”

Questa domanda apre lo scenario a numerosi studi intrapresi da alcuni ricercatori, intorno agli anni Cinquanta, sugli effetti psicologici e celebrali provocati dall’esposizione ad un ambiente privo di stimoli sensoriali.

 A tal proposito Heron e collaboratori (1957) intrapresero uno studio sulla deprivazione sensoriale in cui alcuni studenti universitari, tutti volontari, vennero isolati  in una piccola stanza e chiamati a stare sdraiati su di un letto per almeno 24 ore indossando una serie di strumenti per limitare la percezione sensoriale: una visiera di plastica trasparente sugli occhi per impedire la vista, guanti che coprivano tutta la mano per evitare stimoli tattili, la testa era poggiata su un cuscino e un ronzio continuo copriva qualsiasi tipo di suono. L’attività celebrale, durante tutto l’esperimento, era costantemente monitorata tramite un elettroencefalogramma.

Heron sottopose i soggetti a tre tipi di test che venivano somministrati prima e dopo la deprivazione sensoriale: Il primo test comprendeva associazioni di parole ed anagrammi; il secondo indagava le abilità motorie attraverso la copia di un brano o il sostituire i numeri con dei simboli. L’ultimo test invece era tramite un registratore che parlava dell’esistenza di fenomeni soprannaturali e di spiriti.

 I risultati della ricerca furono molto significativi poiché si notò che le prestazioni e le abilità dei soggetti risultavano nettamente diminuite in ogni test, più specificatamente quelle riguardanti l’attenzione, la concentrazione e la prontezza dei riflessi; inoltre i partecipanti, dopo l’ascolto della registrazione sui fantasmi e i fenomeni soprannaturali, li ritenevano cosa plausibile e ne avevano ancora timore diversi giorni dopo la fine della sperimentazione.

Dal punto di vista cognitivo invece ci furono cambiamenti importanti riguardo la difficoltà a pensare in maniera concreta e vari cambiamenti del tono dell’umore.

I soggetti però che rimasero isolati per più di 24 ore iniziarono ad avere alterazioni della percezione del tempo, dello spazio e allucinazioni; le allucinazioni sperimentate erano sia di carattere visivo (da linee e figure geometriche fino a vere e proprie scene reali come la visione di animali preistorici), uditivo (rumori, voci e vere e proprie melodie) e tattili (la sensazione di essere toccati). Alcuni soggetti inoltre provarono una sensazione di estraneità verso alcune parti del proprio corpo.

Negli anni Cinquanta un altro ricercatore diede un contributo importante al concetto di deprivazione sensoriale. Il neuroscienziato John Lilly (1954) sosteneva che l’85% delle nostre energie viene impiegato per gestire gli stimoli sensoriali esterni e che, la mancanza di essi, porta il cervello a smettere di funzionare.

A tal proposito, iniziò i suoi studi attraverso la “Vasca di Deprivazione Sensoriale”, ovvero una vasca piena d’acqua miscelata con sale di solfato di magnesio e mantenuta a temperatura corporea in modo da eliminare la sensazione di caldo o freddo ma favorire invece l’impressione di star galleggiando nel vuoto. La vasca era priva di luce e completamente insonorizzata in modo da evitare qualsiasi tipo di contatto con la realtà esterna.

John Lilly (1954) sperimentò la vasca su se stesso scoprendo che l’assenza di stimoli sensoriali, quali gravità o temperatura, portava ad una diminuzione dei livelli di stress favorendo una sensazione di riposo e di rilassamento così profondo simile a quello provato nella fase del dormiveglia.

Allo stesso tempo però notò che, una prolungata esposizione ad un ambiente privo di tutti gli stimoli sensoriali, porta ad uno stato onirico profondo in cui, a volte, si manifestano allucinazioni; osservò inoltre alterazioni dello schema corporeo con la sensazioni che il proprio corpo o parti di esso si fossero allungate o accorciate.

I due ricercatori quindi ritenevano che, di fronte alla mancanza di stimoli che ci mettono in comunicazione con il mondo esterno, il nostro cervello non smette di funzionare ma tende a creare percezioni sensoriali proprie in modo da mantenere attiva proprio la sua funzionalità e riempire i vuoti anche attraverso alterazioni della coscienza.

 La vasca di deprivazione sensoriale, ideata da John Lilly nel 1954, è utilizzata oggi come uno strumento per raggiungere un profondo stato di rilassamento e introspezione interiore simile a quella raggiunta durante la meditazione. Questa esperienza è adatta nel caso di stress psicofisico, malattie psicosomatiche, disturbi cronici e disturbi muscolari. E’ importante sottolineare però che, oltre a numerosi effetti positivi sulla persona, si possono riscontrare anche effetti nocivi per l’individuo causati dall’eccessiva esposizione all’isolamento sensoriale.

Effetti Benefici

La deprivazione sensoriale e il galleggiamento portano degli effetti benefici su corpo e mente dell’individuo.

E’ importante sottolineare che lo stress e qualsiasi tipo di tensione a livello fisico vengono completamente superate portando un profondo rilassamento muscolare e influendo sulla percezione del dolore, soprattutto nelle donne in gravidanza. Possono inoltre trarne beneficio persone con patologie che interessano le articolazioni o l’apparato scheletrico e tutti coloro che soffrono di asma o allergie.

Oltre ai benefici fisici, però, c’è un forte impatto sul sistema nervoso e quindi sulla sfera psichica ed emotiva dell’individuo.

Eliminando gli stimoli sensoriali esterni la persona tende a liberare la propria mente a tal punto da perdere ogni contatto con il mondo esterno annullando completamente l’ansia e lo stress mentale.  In questa situazione quindi, avviene una diminuzione della secrezione degli ormoni dello stress (cortisolo ed epinefrina) e il cervello inizia così ad agire in due modi: rilascia grandi quantità di endorfine che producono una sensazione di benessere e di appagamento e tende a ridurre l’attività dell’emisfero sinistro (legato alla logica) aumentando l’attività del destro (legato ad emozioni e istinti). Tutto ciò porta ad un aumento della concentrazione e ad una maggiore stimolazione dell’immaginazione, del problem-solving e della creatività.

L’attività celebrale inoltre si stabilisce su un tipo di onde chiamate “Theta” che corrispondono alla fase precedente all’ addormentamento; coloro che soffrono di insonnia traggono beneficio da questo stato di rilassamento totale poiché quotidianamente non raggiungono lo stato theta oppure non lo riescono a mantenere per un tempo tale da prendere sonno.

Effetti Nocivi

 La deprivazione sensoriale prolungata può portare a un forte senso di disorientamento dato dalla percezione del tempo dilatata, scarsa capacità di risolvere i problemi, depressione, paranoia e allucinazioni. Le allucinazioni possono essere così reali da poterle paragonare a quelle di un viaggio psichedelico, causando, nei casi più estremi, gravi attacchi di ansia o di panico. Non è adatta per coloro che soffrono di claustrofobia, epilessia o grave ipertensione poiché potrebbe portare a svenimento a causa dell’abbassamento della pressione sanguigna.

In conclusione possiamo dire che la deprivazione sensoriale tende ad isolare il corpo e la mente dagli stimoli provenienti dall’esterno procurando cosi una sensazione di pace e di estraneità dal mondo ma… teniamo d’occhio il tempo!

Riferimenti bibliografici

 Lindzey, G., Hall, C. S. & Thompson, R. F. (1983). Elementi di psicologia generale. Bologna: Zanichelli

 https://it.wikipedia.org/wiki/Vasca_di_deprivazione_sensoriale

https://it.wikipedia.org/wiki/Vasca_di_deprivazione_sensoriale

https://www.focus.it/cultura/curiosita/quali-sono-gli-effetti-della-deprivazione-sensoriale

https://silvandreartist.wordpress.com/2010/05/26/deprivazione-sensoriale/

http://blog.abanoritz.it/time-for-spa/la-floating-room-unesperienza-profondo-benessere-relax-assoluto/

http://www.lastampa.it/2014/07/21/scienza/galleggiare-la-nuova-arte-del-wellness-n1bJqushlheD3QVrjRQjaN/pagina.html

http://www.psicoattivo.com/cervello-mente-psicofarmaci-stati-di-allucinazione-isolamento-sensoriale-e-luso-di-sostanze-psicoattive-psicotropismo-droga-stimoli-percettivi-suoni-musica

https://womanityworld.com/sensory-deprivation-p2398

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About Author

Ho conseguito la Laurea Triennale in “Scienze e tecniche psicologiche” presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma (LUMSA) e in seguito ho ottenuto la Laurea Magistrale presso la stessa università, laureandomi in “Psicologia clinica del ciclo di vita”. Attualmente sto svolgendo il primo semestre di tirocinio post-laurea presso l’ Istituto per lo Studio delle Psicoterapie di Roma (ISP). Al termine del tirocinio annuale effettuerò l'esame di abilitazione alla professione per poi continuare il mio percorso formativo sia nell'ambito dell'Arteterapia e delle tecniche espressive, che nell'ambito della psicoterapia.

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