Il luogo
Il termine luogo deriva dal latino locus, ovvero la parte di uno spazio idealmente o materialmente circoscritta (Treccani). Tale affermazione porta a chiedersi: “ perché in alcuni luoghi ci sentiamo al nostro posto e in altri no ? ”.
La disciplina che si occupa di queste problematiche è la psicologia ambientale, sorta negli inizi degli anni ’70; essa studia l’ambiente e la sua relazione con l’individuo.
Varie ricerche dimostrano che esistono delle preferenze per determinati luoghi che variano in base alla personalità dell’individuo. Inoltre esistono altri luoghi ritenuti universalmente belli e la loro bellezza è in grado di influire sul nostro benessere psicofisico.
Una ricerca condotta da Roger Ulrich (1984) sui pazienti di un ospedale, dimostrò l’efficacia di un panorama naturale: i pazienti vennero divisi in due stanze con due diverse visuali, su un muro di mattoni e su un parco. Si evinse che i primi, ossia coloro che si affacciavano sul muro di mattoni, manifestavano maggiori disturbi psicologici.
L’attrazione del paesaggio
Alla fine degli anni ’80, due ricercatori Faith e Ronald Kaplan affermavano che un paesaggio attrae grazie a quattro caratteristiche. Queste sono:
- La coerenza: riconduce ai nostri schemi mentali;
- La leggibilità: riguarda le informazioni che ci aiutano a comprendere le caratteristiche ambientali e senza le quali proviamo emozioni negative;
- La complessità: concerne gli stimoli percettivi;
- Il mistero: riguarda le informazioni nascoste nello spazio, le quali stimolano la nostra curiosità.
E’ stato dimostrato che gli individui preferiscono gli ambienti naturali a quelli costruiti, indipendentemente dall’età e dalla cultura di provenienza. http://www.stateofmind.it/2012/05/depressione-maggiore-ambienti-naturali/).
La psiche e il luogo
In seguito vennero attenzionati gli ambienti artificiali, che assumono un valore fondamentale per la vita dell’uomo e si distinguono in:
– La casa, luogo di protezione e di tensioni;
– Il lavoro: Sundstrom (1986) affermava che la soddisfazione lavorativa è determinata dall’ambiente ma anche da altri fattori relazionali e fisici;
– La scuola: in questo ambiente, la struttura e il “clima” sono importanti per la riuscita degli studenti; la scuola viene sentita come casa. A tal proposito, Lewin(1951) affermò che è importante creare uno “spazio psicologico di libero movimento”, all’interno del quale il bambino possa sentirsi libero.
Bowbly(1958) si occupò dell’attaccamento ai luoghi, basandosi sulle teorie evoluzionistiche e della selezione naturale.
L’Autore evidenzia come gli anziani e le classi sociali disagiate manifestino un profondo attaccamento ai luoghi e un malessere quando se ne distaccano. Quando avviene un’identificazione tra persona e luogo, si analizzano le varie esperienze vissute. Variando le caratteristiche del Sè, variano quelle del luogo. Ad esempio, nei paesi economicamente più sviluppati, va sempre più scemando il rapporto con i luoghi d’ origine.
I luoghi naturali creano benessere interiore, migliorano l’umore e ci donano momenti di riflessione.
L’ Attention Restoration Theory (ART) si è concentrata sugli effetti dei paesaggi negli individui. Tale teoria ha affermato che il contatto con la natura genera rilassamento delle funzioni cognitive e della working memory; sono stati osservati dei miglioramenti anche nei casi di depressione maggiore.
Esistono anche alcuni ambienti che possono essere causa di comuni forme di stress urbano (rumore, traffico, affollamento)
In sostanza i luoghi che riconosciamo come nostri ci rendono migliori. http://www.stateofmind.it/2012/05/depressione-maggiore-ambienti-naturali/).