Inquinamento atmosferico e rischio di autismo e schizofrenia

Inquinamento dell’aria

L’inquinamento ormai è diventato un oggetto di discussione importante, da non sottovalutare, perché sta creando dei grossi danni al nostro ambiente. Si tratta di gas provenienti dagli scarichi delle auto, fumi tossici che fuoriescono dalle fabbriche, impianti di incenerimento che rilasciano nell’aria monossido di carbonio, azoto, zolfo, benzene e ancora idrocarburi e tutte quelle sostanze che sono dannose e modificano la nostra aria. Tutto questo, sappiamo bene, che potrebbe esser stata la causa di diversi tumori ma non solo, perché secondo alcuni studi l’inquinamento atmosferico può portare allo sviluppo di gravi patologie (Kim et al., 2017).

Sembrerebbe infatti che l’esposizione all’inquinamento potrebbe causare l’ingrandimento di un’area cerebrale che negli esseri umani è implicata nei casi di autismo e schizofrenia. Essere esposti all’inquinamento atmosferico durante le prime fasi di vita produce veri e propri mutamenti nel cervello dei topi che possono causare disturbi nello sviluppo neurologico e l’ingrandimento di un’area del cervello che, come abbiamo detto precedentemente, coinvolge gli individui con autismo e schizofrenia. Questo è il risultato di uno studio recente (2014) del Dipartimento di Medicina Ambientale e Genetica Biomedica dell’Università di Rochester (USA).

Studio sull’inquinamento atmosferico e il rischio di sviluppare autismo e schizofrenia

 L’inquinamento atmosferico è stato associato a effetti avversi neurologici e comportamentali sulla salute nei bambini e negli adulti. Ultimamente sono stati fatti degli studi che collegano l’esposizione agli inquinanti atmosferici a esiti avversi dello sviluppo neurologico, come un aumento del rischio di autismo, declino cognitivo, ictus ischemico, schizofrenia e depressione. Gli studiosi hanno cercato di studiare il meccanismo mediante il quale l’esposizione a particelle ambientali concentrate ultrafini possa influenzare negativamente lo sviluppo del sistema nervoso centrale (SNC).

Le prime settimane di vita sono cruciali per lo sviluppo cerebrale, perciò per la ricerca sono stati scelti dei topolini appena nati, sia maschi che femmine. I topi sono stati esposti per 4 ore al giorno, per un periodo di 2-4 giorni, a livelli di inquinamento simili a quelli che si possono rilevare nelle città statunitensi di media grandezza all’ora di punta.

Successivamente sono stati esaminati dopo 1, 40 e 270 giorni dall’ultima esposizione. È stato visto che il loro cervello presentava una evidente infiammazione e un’alterazione cellulare, in più in tutte le rilevazioni il problema perdurava indicando che il danno cerebrale era permanente e irreversibile.

I ricercatori sono quindi arrivati alla conclusione che un’alta concentrazione ambientale di particelle ultrafini (CAPS) influenza negativamente lo sviluppo del sistema nervoso centrale con alterazioni nelle citochine e nei neurotrasmettitori. I risultati sono coerenti con diversi recenti studi che collegano l’esposizione a inquinamento con effetti neurologici e comportamentali negativi (aumento del rischio di autismo, declino cognitivo, attacco ischemico, schizofrenia e depressione), sia nei bambini che negli adulti.

Un altro studio coordinato da Heather E. Volk (2013) della University of Southern California ha esaminato la correlazione tra la qualità dell’aria, il traffico automobilistico e l’autismo, analizzando 279 bambini autistici comparati a un gruppo di controllo di 245 bambini. E quello che è emerso è che i bambini che vivevano in aree con i più alti livelli di inquinamento hanno aumentato di ben 3 volte le possibilità di ammalarsi di autismo rispetto ai bimbi residenti in aree a bassa esposizione.

 Ma cosa sono le particelle ultrafini?

 Tale studio oltre a confermare l’associazione tra inquinamento atmosferico e rischio di sviluppare autismo e schizofrenia, ci spiega anche il meccanismo sottostante. Esistono grandi particelle meno dannose e altre particelle che, invece, posso creare dei danni importanti. L’emissione delle prime è regolamentata dall’Agenzia di Protezione Ambientale (EPA) e sono le meno dannose in quanto vengono espulse tossendo. Mentre le particelle più pericolose sono le particelle ultrafini perché sono abbastanza piccole da poter penetrare attraverso i polmoni ed essere assorbite dal flusso sanguigno producendo così effetti tossici in tutto l’organismo.

In conclusione studi come questo sono fondamentali per conoscere le possibili conseguenze di un inquinamento atmosferico ma anche e soprattutto per regolare gli attuali standard e garantire la qualità dell’aria in un’ottica preventiva. L’inquinamento dell’aria è un fattore di rischio modificabile dell’autismo ed il miglioramento della qualità dell’aria potrebbe contribuire a ridurre l’incidenza dell’autismo. Purtroppo, però, queste informazioni non vengono prese molto in considerazione dal pubblico al tal punto che finiscono di cadere sempre nel vuoto.

Ippocrate diceva “L’aria è il primo alimento ed il primo medicamento”. L’aria che respiriamo è uno dei tanti aspetti da non sottovalutare per il nostro benessere perciò è fondamentale agire con maggior determinazione per migliorarne la qualità; questo non solo ridurrebbe i rischi di un’alterazione nello sviluppo neurologico dei bambini, ma porterebbe grandi e immediati benefici a tutti noi.

Riferimenti bibliografici

 Allen, J. L., Liu, X., Pelkowski, S., Palmer, B., Conrad, K., Oberdörster, G., & Cory-Slechta, D. A. (2014). Early postnatal exposure to ultrafine particulate matter air pollution: persistent ventriculomegaly, neurochemical disruption, and glial activation preferentially in male mice. Environmental health perspectives, 122(9), 939

Kim, D., Volk, H., Girirajan, S., Pendergrass, S., Hall, M. A., Verma, S. S., & Kim, K. (2017). The joint effect of air pollution exposure and copy number variation on risk for autism. Autism Research, 10(9), 1470-1480.

Volk, H. E., Lurmann, F., Penfold, B., Hertz-Picciotto, I., & McConnell, R. (2013). Traffic-related air pollution, particulate matter, and autism. JAMA psychiatry, 70(1), 71-77.

http://www.greenstyle.it/inquinamento-atmosferico-potrebbe-aumentare-il-rischio-di-autismo-93008.html

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About Author

Sono Dott.ssa in Psicologia Clinica. Ho conseguito recentemente la Laurea Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università Europea di Roma. Ho svolto il primo semestre del tirocinio post-laurea magistrale presso l’Istituto per lo Studio delle Psicoterapie (ISP) di Roma. Attualmente sto svolgendo il secondo semestre del tirocinio post-laurea magistrale presso l’ospedale San Raffaele nel reparto di riabilitazione neuropsicologica. Al termine del tirocinio effettuerò l’esame di abilitazione alla professione e continuerò il mio percorso formativo specializzandomi in Psicoterapia.

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