Vivendo in un’epoca in cui la tecnologia sta prendendo il sopravvento, è stata scoperta una nuova tecnica molto efficace per curare le fobie ambientali; grazie alla tecnica della realtà virtuale (VR) e a professionisti formati in questo campo, le persone possono affrontare le proprie paure in un ambiente terapeutico sicuro e protetto.

La realtà virtuale (VR) rappresenta la simulazione realistica di una realtà che non esiste e può ricordarci il mondo dei videogiochi e del divertimento; ma è molto altro. Per esempio è stato dimostrato da diversi studi che è uno strumento di grande efficacia per la gestione degli stati d’ansia (Olatunji et al., 2010). La rivoluzione apportata dai dispositivi mobili ha infatti permesso di portare la realtà virtuale anche negli ambulatori, consentendo così ai pazienti di imparare gradualmente a gestire le proprie emozioni all’interno di un ambiente protetto.

La storia

Tra gli anni ’30 e gli anni ’40 del 1900 si inizia a parlare di realtà virtuale; in quegli anni lo scrittore Stanley Weinbaum pubblica il racconto breve The Pygmalion’s Spectacles, in cui fa riferimento a visori per la realtà virtuale basati su registrazioni olografiche di esperienze in grado di stimolare il senso delle vista e dell’udito ed anche il senso del tatto e dell’olfatto.

In ambito medico, la storia di questo strumento ha inizio nel 1989, quando Jaron Lanier coniò il termine “Virtual Reality” e fondò la Prima Compagnia di Ricerca sulla realtà virtuale, la VPL Research. Successivamente, dopo qualche anno, l’utilizzo di questo dispositivo tecnologico fu esteso al campo della psicologia e furono pubblicati i primi articoli delle ricerche sull’utilizzo della realtà virtuale all’interno dell’assessment e di protocolli di trattamento psicologici (Rothbaum et al. 1995; North, North & Coble, 1997).

Come funziona la Realtà Virtuale (VR)?

In psicoterapia, spiega Stefano Barbieri (2017), la realtà virtuale aiuta i pazienti a cimentarsi con la situazione temuta senza correre alcun rischio. Il paziente viene esposto gradualmente allo stimolo che scatena la sua fobia, questo aiuta il paziente a “familiarizzare” progressivamente con l’oggetto che teme, aumentando la sua sicurezza e la sua capacità di correre un rischio controllato. Le simulazioni al computer offrono il vantaggio di poter essere gestire facilmente all’interno dello studio del terapeuta e possono avere un effetto rassicurante per i pazienti.

Il percorso terapeutico inizia con un processo di familiarizzazione con lo strumento della realtà virtuale; si spiega al paziente il funzionamento del dispositivo mentre viene immerso in uno scenario rilassante, all’interno del quale può apprendere strategie per gestire l’ansia come il rilassamento muscolare. Dopo che il paziente si è rilassato e ha capito le modalità d’uso dello strumento tecnologico si procede con l’esposizione allo scenario temuto. Gradualmente il terapeuta gestisce lo strumento modificando le impostazione dello scenario in modo da creare situazioni d’ansia leggermente crescenti (ad esempio aumenta la quantità di ragni oppure le turbolenze in volo in caso di aerofobia). In questo modo, sempre gradualmente, il paziente si abitua a gestire l’ansia padroneggiando sempre di più le tecniche di rilassamento all’interno degli scenari temuti.

Per arrivare ad un traguardo ottimo, è importante che il percorso venga fatto gradualmente.

La realtà virtuale come tecnica integrativa alla psicoterapia

La realtà virtuale, inserita all’interno di un percorso di psicoterapia, può rappresentare un valido strumento di aiuto per terapeuta e paziente. Offre al paziente la possibilità di essere un partecipante attivo al riconoscimento e alla presa di consapevolezza di pensieri, emozioni e comportamenti propri, in situazione. Questo è uno dei vantaggi principali della realtà virtuale: la visione del paziente come attivo costruttore della propria esperienza e quindi del cambiamento.

 Sono numerosi i punti a favore degli interventi con ambienti virtuali; i vantaggi possono essere identificati in tre principali possibilità innovative:

  • Lo psicoterapeuta può realizzare l’assessment in situazione con il paziente, costruendo la gerarchia degli stimoli ansiosi all’interno degli scenari virtuali, per poi pianificare ed effettuare programmi di desensibilizzazione, esponendo il soggetto all’interno di ambienti virtuali protetti (Riva, 2008)
  • Le diverse componenti dell’ambiente virtuale sono suscettibili di un ampio controllo da parte del terapeuta, così da consentirgli di stabilire, di volta in volta, quale grado di difficoltà presentare al paziente, in relazione alla valutazione di tempi e progressi (Riva, 2008)
  • Lo svolgimento delle attività in ambienti virtuali permette al terapeuta di trattare nell’immediato il disputing sulle credenze disfunzionali, più accessibili e vivide durante l’esposizione piuttosto che in un colloquio classico. Il disputing rappresenta l’intervento terapeutico che mette in discussione le convinzioni del paziente.

Dove viene applicata la Realtà Virtuale?

Il dispositivo tecnologico può essere d’aiuto sulla componente ansioso-fobica di disturbi di varia natura, aiutando a gestirli con maggiore padronanza. Agisce su diverse fobie come la claustrofobia (ad esempio la paura per la Risonanza Magnetica), l’agorafobia, l’amaxofobia (paura di guidare), l’aerofobia, la fobia sociale, la entomofobia (paura degli insetti), la paura degli aghi, la paura di parlare in pubblico, la paura del buio e la paura delle altezze.

 Infine, la realtà virtuale permette anche di potenziare training di rilassamento per la gestione dello stress e dell’ansia, aiutando ad apprendere tecniche di respirazione diaframmata e rilassamento muscolare (Stefano Barbieri, 2017).

In conclusione, l’incessante sviluppo tecnologico sta comportando importanti cambiamenti sociali e culturali che per la maggior parte delle persone possono esser visti in maniera negativa ma nell’ambito della medicina, psicologia e psicopedagogia sta sicuramente ottenendo dei risultati promettenti.

Riferimenti bibliografici

Barbieri S., la realtà virtuale per curare ansia e fobie, 2017

Olatunji B.O., Cisler J.M., Deacon B.J. Efficacy of cognitive behavioral therapy for anxiety disorders: a review of meta-analytic findings. Psychiatr Clin North Am. 2010 Sep;33(3):557-77.

Riva G. (2008). Psicologia dei Nuovi Media. Bologna: Il Mulino.

Rothbaum, B.O., Hodges, L.F., Kooper, R., Opdyke, D., Williford, J.S. & North, M. (1995). Effectiveness of computer-generated (virtual reality) graded exposure in the treatment of acrophobia. In Am J Psychiatry. Apr;152(4):26-8.

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About Author

Sono Dott.ssa in Psicologia Clinica. Ho conseguito recentemente la Laurea Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università Europea di Roma. Ho svolto il primo semestre del tirocinio post-laurea magistrale presso l’Istituto per lo Studio delle Psicoterapie (ISP) di Roma. Attualmente sto svolgendo il secondo semestre del tirocinio post-laurea magistrale presso l’ospedale San Raffaele nel reparto di riabilitazione neuropsicologica. Al termine del tirocinio effettuerò l’esame di abilitazione alla professione e continuerò il mio percorso formativo specializzandomi in Psicoterapia.

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