L’importanza del colore negli ambienti costruiti ad hoc per i bambini

Il tema del colore applicato agli ambienti della pre-infanzia e agli ambienti scolastici, diversificati nelle varie fasce di età, è stato oggetto di numerosi studi già agli inizi del secolo scorso. L’applicazione corretta del colore in tutti gli ambienti scolastici favorisce il benessere psicofisico dei bambini, degli studenti, degli insegnanti, dei genitori e aumenta la qualità ambientale, favorendo la capacità di concentrazione.

Un ambiente educativo – formativo come quello della scuola ha bisogno di un grado di comfort che solo un luogo gradevole e personalizzato con i colori più adatti può dare.  

Un ambiente emotivamente e psicologicamente stimolante contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza da parte degli studenti nei confronti della scuola.

Sono stati condotti diversi studi e svolti diversi progetti, volti a constatare in che modo i colori dell’ambiente influiscono sul comportamento, sull’apprendimento, sulla formazione e l’educazione dei bambini.

Esperienze di scuole e colori

Nel 2009 a Collebeato, un paese in provincia di Brescia, è stato realizzato un progetto presso un asilo, a cui hanno preso parte architetti, educatori e psicologi. Attraverso delle osservazioni, è stato visto che applicando all’ambiente colori saturi e luminosi, i bambini li percepivano come colori vivaci e di conseguenza tendevano a sviluppare meglio la creatività. Infatti i colori caldi come il giallo, l’arancione, vennero usati nelle aree di gioco e in quelle destinate alla ricreazione.

I colori più freddi invece, come l’azzurro o il verde acido, vennero utilizzati nelle zone di passaggio, come per esempio spogliatoi, dormitori, perché favorivano il rallentamento dei battiti cardiaci, tranquillizzando quindi i bambini e favorendo eventualmente il sonno (http://www.progetticolore.com/it/ambienti-progetti-studio-colore/ambiti-di-intervento?-ida=2).

La strutturazione e i colori usati nell’ambiente scolastico, ricoprono quindi un’importanza fondamentale, perché i bambini trascorrono gran parte del proprio tempo in questi luoghi. Per tale motivo è preferibile che vi sia la presenza di uno spazio verde all’interno della scuola, dove i bambini possono trascorrere la ricreazione e giocare liberamente (http://www.environmentbehavior.it/la-natura-fonte-benessere/).

E’ stato visto come il colore verde dell’erba influisce positivamente sull’ apprendimento sul benessere psico-fisico del bambino (http://www.environmentbehavior.it/limportanza-dellambiente-nello-sviluppo-del-bambino/).

Se è posto in un ambiente adatto, scientificamente organizzato e preparato, ogni bambino accende naturalmente il proprio interesse ad apprendere, a lavorare, a costruire, a portare a termine le attività iniziate, a sperimentare le proprie forze, a misurarle e controllarle. La strutturazione degli spazi pone attenzione, dunque, non solo alla loro distribuzione fisica e alla collocazione dei materiali e degli arredi, ma anche al contesto comunicativo, relazionale e cognitivo che si viene ad instaurare.

La cura posta nella scelta degli arredi, degli oggetti, dei luoghi di attività è tesa alla ricerca non solo del gusto estetico, ma principalmente per il benessere psicologico che genera senso di familiarità, di appartenenza, di piacere dell’abitare e soprattutto di rispetto. L’obiettivo negli ultimi anni è quello di realizzare per i bambini un ambiente bello nel senso più alto ed esteso della parola nel quale possono crescere e muoversi liberamente (http://www.environmentbehavior.it/limportanza-della-disposizione-degli-arredi-scuola).

Un po’ di storia…

Maria Montessori è stata una delle prime educatrici e pedagogiste a dare importanza ai luoghi per bambini; nel 1907 fonda la prima “casa dei bambini”, destinata ai figli degli abitanti del quartiere San Lorenzo di Roma. Si tratta di una casa speciale, “non costruita per i bambini ma è una casa dei bambini”. È ordinata in maniera tale che i bambini la sentano veramente come loro. A tal proposito, sostiene che: “un ambiente esteticamente curato è una delle prerogative per l’apprendimento infantile e rende felicità” (Montessori,1909)

Già fin dal secondo anno di età, il bambino non è più fervidamente attratto dalle cose vistose, dai colori vivaci, ma piuttosto da cose minime che a noi adulti sfuggono. Si direbbe che lo interessa l’invisibile: “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi” (Antoine de Saint-Expéry, Il Piccolo Principe).

Il colore è in grado di suscitare meraviglia, letizia, vivacità o di stimolare notti tranquille e dolci sogni, a maggior ragione nell’animo sensibile dei più piccoli. Bisogna quindi evitare le tonalità cupe o aggressive, non solo negli ambienti scolastici e ludici, ma anche a casa, dove i più piccoli trascorrono il loro tempo in maniera più rilassata e tranquilla.

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About Author

Laureata in Servizio Sociale, con tesi sperimentale in Psicologia Ambientale. Attualmente iscritta alla specialistica di Scienze e Politiche Sociali, ho a cuore il benessere delle persone e in particolare dei bambini. I miei principali interessi scientifici sono rivolti alla comprensione dei processi psicologici che si instaurano tra le persone, in particolare i bambini e gli ambienti, o luoghi, di vita quotidiana (l’ambiente scolastico in primis) e valutare come tali processi influenzano positivamente o negativamente il benessere psicologico dell’individuo.

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