Con il termine rumore si definisce, un suono non desiderato e tipicamente caratterizzato da intensità, frequenza, periodicità e durata (acuta o cronica). Possiamo, inoltre, affermare che il suono è necessario ma non sufficiente per produrre rumore.

Nella percezione del rumore incidono due variabili fondamentali: la componente psicologica del suono, ovvero il fatto di non essere voluto, e le sue componenti fisiche, come l’intensità.

I rumori, solitamente sono imprevedibili e difficili da controllare e possono creare sentimenti negativi quali irritazione e fastidio. Il modo con cui il rumore provoca fastidio, dipende anche dallo stato di salute in cui si trova il soggetto e dal livello di interferenza con attività importanti (Berglund, Lindvall e Schewela, 2000). (http://www.arpae.it/dettaglio_generale.asp?id=471&idlivello=628).

Il rumore cronico

Il rumore cronico produce stress fisiologico (Evans, 2001; Ising e Kruppa, 2007). Uno studio condotto sui bambini che frequentavano una scuola vicino l’aeroporto, ha dimostrato che questi soggetti presentavano un elevato livello di noradrenalina, degli ormoni dello stress e della pressione sanguigna, rispetto ai bambini che vivevano in una zona tranquilla (Evans, Bullinger e Hygge, 1998). Il rumore cronico influisce negativamente anche a livello comportamentale e psicologico, può incidere sulla performance, può ridurre, per esempio, la capacità di prestare attenzione o di cogliere alcuni segnali immediati (Evans e Hygge,2007) e danneggia la memoria (Cohen, Evans, Stolkos e Krantz, 1986).

Un’altra evidenza del legame tra stress fisiologico e rumore deriva dai luoghi di lavoro: i soggetti che lavorano per molti anni, in luoghi rumorosi, presentano una pressione sanguigna molto alta (Tomei et al., 2010).

Gli effetti del rumore sull’abilità di leggere

Uno studio ha cercato di confrontare l’abilità di leggere dei bambini in due aree di una scuola di New York. Un lato della scuola era stata costruito vicino la ferrovia, che come si può immaginare è particolarmente rumorosa; mentre l’altro lato era stato costruito in una zona protetta dal rumore (Bronzaft, 1981). Dai risultati è emerso che, i bambini che seguivano la lezione nelle classi vicine alla ferrovia avevano un’abilità di lettura minore rispetto ai bambini che si trovavano dall’altro lato dell’edificio. Successivamente vennero svolti dei lavori al fine di ridurre il rumore nella scuola e in un successivo studio Bronzaft non notò alcuna differenza tra le due classi.

Il rumore e la motivazione

Il rumore può condizionare la nostra motivazione. Possiamo definire il termine “motivazione” come una spinta a fare qualcosa; è un processo di attivazione dell’organismo finalizzato a realizzare un determinato scopo in relazione alle condizioni ambientali. Il soggetto continuamente esposto ad un stressor ambientale come il rumore, può sviluppare una serie di deficit motivazionali e potrà riprendere le attività soltanto nel momento in cui il rumore scompare. Quando gli individui possono controllare e prevedere il rumore, gli effetti negativi sono mitigati. (http://www.corriere.it/salute/cardiologia/14_aprile_21/rumore-stanca-fa-arrabbiare-alza-pressione-af56dc78-c937-11e3-8f30-ecd4cc57e75b.shtml).

Gli effetti del rumore

Il rumore penalizza l’intelligibilità del parlato e nasconde, ossia non rende evidente le possibili segnalazioni acustiche; distoglie l’attenzione e riduce la concentrazione. Il rumore, dunque, è una fonte di irritazione soprattutto in un luogo di lavoro, poiché richiede concentrazione, velocità e motivazione. Sono noti gli effetti nocivi del rumore sull’udito. Il rumore può provocare danni alla salute di notevole entità, poiché non colpisce soltanto l’orecchio ma l’intero organismo attraverso i segnali che invia al sistema nervoso centrale. Con il tempo il soggetto può sviluppare danni permanenti.

L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, annovera tra i principali effetti negativi del rumore, anche la riduzione della capacità di elaborare lo stress, con conseguenti disturbi del sonno e della comunicazione verbale. La continua esposizione ad un inquinamento fobico elevato può creare un circolo vizioso, in quanto tutte le sensazioni negative che il soggetto prova disturbano a loro volta la regolazione neurovegetativa e ormonale, facendo ammalare l’organismo.  (http://www.arpa.marche.it/index.php/salute-ed-inquinamento-acustico).

Riferimenti bibliografici:

Steg L., Van Der Berg A., De Groot J. (2013). Manuale di psicologia ambientale e dei comportamenti ecologici. Edizione: FerrariSinibaldi

Masciocchi P. (2010). Stress lavoro-correlato. Gruppo 24 ore

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About Author

Diplomata al liceo scientifico e laureanda alla triennale del corso di laurea in scienze e tecniche psicologiche alla Kore di Enna , attualmente i miei interessi scientifici sono la psicologia ambientale e alcuni dei suoi campi di studio quali: la percezione del rischio e attaccamento al luogo.