Cos è la tecnologia? Cos è l’ambiente? Che connessione c’è tra le due?

Innanzitutto, definiamo i due termini in questione. La tecnologia, che deriva dal greco “tekhnologhia” significa letteramente “discorso sull’arte” ed assume il significato ad oggi, di ambito multidisciplinare, di ricerca e sviluppo di soluzioni, legate soprattutto ai processi produttivi.
“Ambiente” è un termine ampio, che può assumere numerose sfaccettature e può essere definito come “ciò che circonda, ciò che sta intorno”, in riferimento all’insieme delle condizioni e dei fattori interdipendenti che circondano il singolo organismo in uno spazio definito.
Con il trascorrere del tempo il rapporto si è modificato. Agli inizi della sua storia l’uomo affidava la propria sopravvivenza alla raccolta di vegetali, alla caccia e alla pesca, attività che svolgeva in piena armonia con i cicli naturali. Con la nascita delle prime grandi città urbanizzate cominciò a manifestarsi il problema dello smaltimento delle acque reflue e del riscaldamento delle abitazioni che per l’uso di legname e carboni fossili era fonte di produzione di fumi e polveri.

Fino ad alcuni secoli fa questa problematica era legata solo alle grandi città. Con l’incremento delle popolazioni legato allo sviluppo della civiltà industriale iniziano i problemi di smaltimento, con rifiuti solidi e scarti industriali sempre in continuo aumento, cambiano i mezzi di trasporto e anche i coltivatori si adeguano introducendo macchine per arare il terreno e pesticidi per un’abbondante raccolta tutto l’anno. Questo ha dato inizio all’inquinamento globale che per via dei venti, delle correnti oceaniche e dei flussi di materia nelle catene alimentari ha finito con l’interessare anche le zone più remote, dove gli insediamenti inquinanti sono assenti. Nel corso dell’evoluzione culturale dell’uomo, lo sviluppo tecnologico ha apportato molti vantaggi, ma per via dell’utilizzo indiscriminato di spazio e di risorse naturali, nonché, per i suoi imponenti “effetti collaterali” dovuti alle sostanze riversate nell’ambiente, ha originato anche situazioni negative la cui ricaduta incide sull’uomo stesso a livello di salute, di risorse economiche e di qualità della vita.

Lo sviluppo di tecnologie sempre più all’avanguardia, sembra andare di pari passo con il fenomeno del degrado ambientale. Ciò non significa che vi sia un rapporto diretto tra l’uso delle tecnologie ed emergenza ecologica, anche se si pensa il contrario. La vera causa non è la tecnologia di per sé ma piuttosto l’uso distorto e irresponsabile degli strumenti che essa fornisce. Le crisi ambientali sono causate da uno sviluppo incontrollato della produzione e di uno sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali con conseguenti fenomeni negativi. Ogni attività economica umana, inevitabilmente, riduce o compromette qualitativamente risorse naturali quali alberi, suolo, aria, acqua, combustili fossili ed altre materie prime.

In particolare molte azioni hanno un impatto elevato o perché utilizzano indiscriminatamente risorse non rinnovabili o perché non danno tempo alle risorse di rinnovarsi o ancora perché il loro uso può avere come conseguenza la modifica dell’ambiente in senso peggiorativo. Questo determina un impoverimento progressivo del patrimonio naturale del nostro pianeta con ricadute negative per l’uomo stesso oltre che per la specie. Basti pensare alla scoperta dell’energia nucleare che sembrava immune da effetti nocivi ma che successivamente ha partorito la bomba atomica e il disastroso effetto Chernobil

Come viene percepito l’ambiente oggi?
E’ stato messo in evidenza come la percezione del rischio ambientale sia condizionata da numerosi fattori, alcuni riconducibili alla sfera razionale dell’uomo, altri invece alla dimensione inconscia e irrazionale. Volendo raggruppare tali fattori, è possibile immaginare che essa sia condizionata dal bagaglio culturale e conoscitivo, dalle informazioni ricevute, dai valori, dalle convinzioni e dai processi inconsci che investono il soggetto.

Nell’era del PC e del tutto elettronico, appare quasi superato scrivere una lettera a mano o leggere un libro la sera, senza guardare la televisione. La vita tecnologica condiziona ormai il modo di vivere e, quel che preoccupa, la condizionerà maggiormente nell’avvenire fino a trasformare l’uomo in una specie di robot, mosso da impulsi elettrici piuttosto che dai sentimenti. Se il continuo progresso tecnologico ha portato miglioramenti alle condizioni di vita del genere umano, è altresì vero l’aumento dello sfruttamento delle risorse naturali e dell’inquinamento dell’ambiente. Questi processi sono connessi tra loro, infatti non esiste processo tecnologico a costo energetico ed ambientale pari a zero, dunque, solo il ritorno alle primitive condizioni di vita umane può garantire un totale rispetto dell’ambiente, diversamente per quanto riguarda l’impiego tecnologico, da quelle meno a quelle più dispendiose, richiede un compromesso tra il loro utilizzo e il rispetto per l’ambiente.

Questo compromesso si può tradurre “come corretto utilizzo delle tecnologie” evitando ogni loro abuso e il conseguente spreco energetico che altrimenti pagheremmo in termini economici e ancor di più mentali. J. Dorst (1990) a proposito dello sviluppo della tecnologia ci ricorda: “di questa immensa e ingenua fiducia si è crudelmente abusato. La tecnologia non ha impedito le guerre, le violenze, le ingiustizie: le ha anzi rese più acute. I vantaggi da essa procurati sembrano controbilanciati dagli inconvenienti. Ogni progresso sembra farsi ripagare, talvolta dispendiosamente, con svantaggi ancora maggiori.

Conclusioni
I cambiamenti ambientali, l’inquinamento e le nuove tecnologie possono condurre quindi a conseguenze nocive e a lungo termine sia per gli esseri umani che per la natura. Il modo in cui le persone percepiscono questo rischio è una questione cruciale, la percezione del rischio può promuovere o limitare quelle azioni che permettono di affrontare un determinato pericolo, basti pensare al cambiamento climatico.

In primo luogo, i rischi ambientali sono caratterizzati da una grande complessità e un elevato grado di incertezza, poiché implicano relazioni causali intricate e conseguenze molteplici che spesso implicano rischi sia per l’ambiente che dall’ambiente.

In secondo luogo tali rischi derivano dai comportamenti di molti individui che sono spesso dilatate nel tempo e geograficamente distanti. Le persone che contribuiscono alla comparsa di tali rischi non sono necessariamente quelle che subiscono le conseguenze (es. paesi in via di sviluppo o generazioni future), per questo spesso si sollevano questioni di natura etica. Studiare il modo in cui le persone percepiscono i pericoli ambientali e le tecnologie è indispensabile per poter comprendere le loro reazioni a rischi particolari
Oggi più che mai queste considerazioni devono essere oggetto di riflessione e stimolare un cambiamento, anche e soprattutto culturale, affinchè tecnologia ed ambiente possano finalmente andare a braccetto e non essere più concetti in contrapposizione.

“Come i venti e i tramonti, la vita selvaggia era considerata sicura finché il cosiddetto progresso non ha cominciato a portarla via. Ora ci troviamo di fronte al problema se un ancora più alto livello di vita valga il suo spaventoso costo in tutto ciò che è naturale, libero e selvaggio” (A. Leopold).

Sitografia:

http://www.rivista.ssef.it/www.rivista.ssef.it/sitee344.html?page=20050321144152930&edition=2010-02-01 

http://www.bioecogeo.com/nanoparticelle-quali-rischi-ambiente-salute/

https://www.amblav/progresso-tecnologico-e-impatto-ambientale-il-possibile-livani

https://www.philpoteducation.com/pluginfile.php/1428/mod_book/chapter/2877/14.1.15%20Esempio%20di%20tema.pdf

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About Author

Sono laureata in Psicologia applicata ai contesti di salute, lavoro e giuridico forensi; attualmente lavoro nella ricerca e selezione del personale.

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