Perché la nostra mente ama il mare?

Avete mai provato quel senso di calma interiore e di pace con il mondo esterno, una volta in riva al mare?

Potremmo essere in grado di rimanere le ore a piedi nudi sulla spiaggia, a contemplare lo spettacolo, ad ascoltare il rumore delle onde che si infrangono sulla battigia: questo movimento è in grado di indurci uno stato di grazia mentale.

Si tratta di sensazioni intime e altamente personali, di cui godiamo grazie al nostro rapporto con il mare.

La verità è che le persone sperimentano calma e tranquillità quando si trovano in prossimità dell’acqua del mare. Perché?

Secondo i neuroscienziati la spiegazione è nel cervello.

Uno studio dell’Università dell’Essex ha dimostrato che l’odore di salsedine, la vicinanza al mare ed il rumore delle onde fa bene al cervello.

Uno dei motivi che spinge ad affermare ciò è molto semplice e risale all’origine del colore del mare: ogni colore ha una propria caratteristica e quella del colore blu è di emettere delle onde elettromagnetiche che regolano il nostro sistema emozionale.

Un secondo motivo ha invece origine nella formazione del feto durante la gravidanza: l’acqua è da sempre il nostro stato naturale. Gli esseri umani vivono per 9 mesi immersi nel ventre della madre, ma soprattutto il corpo umano è composto per circa il 65% di acqua. Il cervello, quindi, è in grado di riconoscere questa sostanza e di percepirla e di conseguenza si rilassa.

Un altro effetto terapeutico sembra averlo il rumore delle onde: esso infatti regola due importanti neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale quali la dopamina e la serotonina, adibiti per il controllo degli impulsi nervosi. Essi tendono ad essere rilasciati in quantità maggiori se il cervello si trova in uno stato di rilassamento.

I benefici delle onde

 L’effetto rilassante del mare è dovuto al fatto che per la maggior parte delle persone rappresenta una “valvola di sfogo”, un luogo in cui rifugiarsi dopo periodi di intenso stress. E’ una vera e propria vacanza per il cervello, il quale smette per un po’ di organizzare i continui pensieri che affliggono la quotidianità della gente.

Al giorno d’oggi, purtroppo, viviamo in una società caotica sovraccaricata di stimoli, impegni, e lavoro. Tutto ciò finisce per bombardare il nostro cervello provocando stati continui di stress e a volte di ansia, impedendo così al nostro corpo di rilassarci.

Vedere il mare e ascoltare il rumore delle onde ci permette di disconnetterci per un po’ dal mondo caotico, generando una vera e propria “bolla invisibile”, in grado di alienarci dall’ambiente e dagli stress circostanti.

Come se il movimento del mare e la tranquillità attorno generassero un effetto ipnotico.

Il mare ha numerosi effetti benefici, tra cui:

  • Induce uno stato meditativo: il suono delle onde del mare induce un vero e proprio stato meditativo stimolando un atteggiamento di minduflness. Il suono delle onde, infatti, viene usato molto spesso in tecniche di rilassamento professionali come lo yoga ed il Training Autogeno, dato che è in grado di provocare cambiamenti nelle onde cerebrali. In particolare, il suono delle onde è in grado di modificare le cosiddette onde alfa, visibili in particolar modo quando il nostro cervello è calmo e rilassato. Inoltre, sono in grado di stimolare il pensiero creativo.
  • Stimola la creatività: come sopracitato, quando siamo vicini al mare il nostro cervello si disconnette dal resto dell’ambiente circostante. Passa da uno stato “occupato” ad uno “rilassato”. In questo modo il cervello inizia a stimolare la parte destra dell’emisfero, completamente dedicata alla creatività, facendo diminuire il controllo della zona prefrontale del cervello.
  • Genera stupore e meraviglia: guardare il mare ci fa perdere la sensazione del limite; tutto sembra fondersi e non avere più una forma definita. Inoltre, genera una sensazione mista di stupore e meraviglia di fronte all’immensità del blu del mare che si perde all’orizzonte. Esperienze come queste, seppure brevi, riescono a modificare per poco tempo il nostro pensiero facendoci modificare i nostri schemi mentali. Le persone, di fronte ad uno spettacolo della natura così evidente, si sentono in dovere di essere più generosi verso il prossimo e di essere più generosi.
  • Rilassa e riduce l’ansia: il colore, il movimento delle onde, la percezione della sabbia provocano un effetto rilassante sul cervello e sul sistema nervoso. Il mare dona fiducia. Per molte persone che soffrono di attacchi di panico o di ansia è una vera e propria medicina, un luogo in cui rifugiarsi quando si entra in uno stadio di stress fisico e mentale. Blocca il caos dei pensieri e ci dona un senso di protezione.

La talassofobia: quando il mare fa paura

Nonostante il mare abbia effetti benefici scientificamente dimostrati, molte persone sperimentano un vero e proprio terrore dell’acqua.

La talassofobia è la paura ingiustificata ed ossessiva nei confronti del mare e delle acque profonde. Questa fobia si presenta molto spesso in comorbilità con l’idrofobia, la paura verso le sostanze liquide e l’acqua in particolare.

Nella grande maggioranza dei casi le paure convivono nel soggetto causandogli notevoli disagi, fisici e psicologici. La fobia dell’acqua è molto particolare e difficile da gestire, manifestandosi soprattutto ogni qualvolta il soggetto si trovi in presenza di una situazione a rischio.

L’idrofobia, al contrario della talassofobia, si manifesta in età infantile e tende a diminuire – per poi scomparire – dopo i 12 anni. La paura dell’acqua si manifesta in maniera piuttosto lieve, con comportamenti come il rifiuto di immergersi in acqua, di nuotare, e la paura di annegare. In casi più rari spingono il soggetto addirittura a non lavarsi.

La reazione più immediata e automatica che una fobia genera è quella di allontanarsi da ciò che è considerata fonte di paura, mettendo in atto il meccanismo tipico dell’evitamento. Il soggetto, infatti, tenderà ad evitare tutte le situazioni in cui può trovarsi a contatto con l’acqua per non sperimentare malessere fisico e psicologico.

L’idrofobia può considerare molto la vita dell’individuo se ciò non viene curata in tempo.

Ad oggi, non si conoscono ancora le cause scatenanti la fobia, in particolar modo nei bambini.

In ambito clinico, si tende a pensare e sostenere che la talassofobia sia la conseguenza di un trauma collegato all’acqua.

Si tratta di un trauma che un soggetto può ricordare poiché frutto di un’esperienza recente, o aver rimosso poiché sperimentato in età precoce, quando era molto piccolo.

Le conseguenze più evidenti della talassofobia sono il non saper nuotare, e soprattutto non riuscir ad immergere la testa nell’acqua neppure per brevi periodi.

Tuttavia, essendo la talassofobia una fobia considerata “specifica”, può essere curata con un approccio psicoterapeutico in grado di eliminare, attraverso piccoli step, definitivamente la paura dell’acqua.

Riferimenti bibliografici

https://www.essex.ac.uk/news/event.aspx?e_id=1588

Schmitt, C. (2002). Terra e mare. Una riflessione sulla storia del mondo. Milano: Adelphi.

Stadler, M. (1989). Psicologia a bordo. Gli effetti del mare sull’individuo e sull’equipaggio. Bologna: Zanichelli.

Share.

About Author

Frequento il secondo anno di triennale presso la Lumsa. Attualmente sto frequentando un tirocinio volontario presso l’ISP. Il mio obiettivo è quello di specializzarmi in Psicologia Giuridica nell’ambito del penale.

Leave A Reply