I comportamenti prosociali comprendono tutte quelle azioni volte a produrre, mantenere e accrescere il benessere delle altre persone. Sono, dunque, comprese in questo insieme tutte le azioni sociali positive, considerate a prescindere dalla motivazione che le ha generate e che può essere quella di aiutare l’altro, ma anche di ottenere benefici personali o vantaggi secondari.

Gli studiosi in quest’ambito si sono impegnati ad individuare le componenti, i meccanismi psicologici e le esperienze che sono alla base dei comportamenti prosociali. Il principale meccanismo di motivazione ha a che fare con le componenti emotive dell’empatia e può verificarsi attraverso due modalità differenti: entrambe sono caratterizzate da una reazione emotiva originata dal disagio e dalla sofferenza altrui. La prima reazione, di disagio personale (personal distress), sarebbe caratterizzata da una motivazione egoistica: osservare la sofferenza dell’altro determinerebbe nell’osservatore un forte stato d’ansia e di tensione. La seconda, la preoccupazione empatica (empathic concern), avrebbe invece una motivazione altruistica.

Ma in che modo l’ambiente influenza lo sviluppo dei comportamenti prosociali nei bambini?

Anzitutto alcune ricerche svolte in ambito scolastico, hanno mostrato come la prosocialità è importante per il rendimento scolastico. I bambini prosociali sono intellettualmente dotati e aldilà delle loro abilità intellettive, coloro che tendono ad aiutare i compagni, a dare sostengo affettivo, a condividere giochi, curiosità ed esperienze tendono a svolgere un percorso scolastico di successo, oltre a contrastare tendenze aggressive e depressive (https://www.uky.edu/~eushe2/Bandura/Bandura2000PS.pdf ).

L’ambiente, ovvero l’insieme delle condizioni esterne, relativamente stabili, di natura fisica e psicologica, influenza la condotta degli individui e dei bambini.

I bambini solitamente, guidati dall’istinto, tendono a sviluppare comportamenti prosociali nei confronti degli amichetti per cui provano un sentimento di simpatia.

E’ stato visto, come all’interno del contesto scolastico, trascorrere il momento della ricreazione in spazi aperti, favorisca lo sviluppo di tali comportamenti. (http://www.environmentbehavior.it/limportanza-dellambiente-nello-sviluppo-del-bambino/).

Durante il tempo trascorso all’aperto, i bambini hanno la possibilità di esprimere se stessi, senza particolari regole e senza il timore di essere giudicati. Per questo motivo sembrano essere più predisposti ad aiutare i compagni durante un gioco, ad essere vicini tra loro e a cooperare nel momento in cui vi si presenta una difficoltà.

Viceversa se viene chiesto loro di svolgere un compito in classe, anche un semplice test, i bambini tendono a concentrarsi maggiormente su se stessi, tralasciando i bisogni degli altri e assumendo tratti egoistici.

Keller dell’Università di Osnabruck in Germania , ha analizzato il comportamento di bambini inseriti in contesti socio-culturali notevolmente diversi (https://www.uni-muenster.de/imperia/md/content/psyifp/aekaertner/k__rtner__keller___chaudhary__10__dp_-_cognitive_and_social_influences_on_early_prosocial_behavior.pdf ).

Nei suoi recenti studi la Keller ed il suo gruppo hanno infatti studiato bambini tedeschi di Berlino e bambini indiani di New Delhi di livello socio economico medio. Questi due contesti culturali sono definiti rispettivamente “indipendentista” (o individualista) e “interdipendentista” (o collettivista). Nel primo contesto indipendentista (quello tedesco) viene enfatizzata maggiormente l’autonomia. Nel secondo contesto indiano i valori delle relazioni interpersonali (empatia, comportamento prosociale, obbedienza) giocano un ruolo importante sia come valore che come guida per il comportamento proprio individuale del bambino e per gli obiettivi di socializzazione .

Il comportamento “educativo” dei genitori si allinea con il modello sociale del proprio ambiente culturale. Infatti le mamme tedesche, di Berlino, di classe media stimolano i loro figli verso un comportamento individuale, autonomo, e li aiutano a sviluppare fiducia in sé stessi. Per queste madri ha molto valore l’interazione diadica (madre-figlio) e il fatto che i bambini imparino a diventare più indipendenti e a stare soli. Le madri tedesche hanno un orientamento socioculturale prevalentemente autonomo e i bambini danno più valore alla considerazione personale che alla responsabilità interpersonale.

Invece le madri indiane di classe media di Delhi enfatizzano fortemente la relazione sociale e la responsabilità interpersonale. In India la responsabilità interpersonale è un obbligo educativo e morale e, di conseguenza, i bambini Hindu di 8 anni danno priorità alla responsabilità interpersonale piuttosto che alla considerazione personale.

I risultati degli studi mostrano che, indipendentemente dal contesto, vi è maggiore prosocialità nei bambini in cui viene incoraggiato dai genitori il comportamento prosociale. La Keller propone, in seguito alla sua ricerca, che l’ambiente socio culturale in cui si vive sia il fattore primario per lo sviluppo del bambino. Il comportamento empatico dimostrato dai genitori nei confronti degli altri, viene appreso per imitazione dai bambini e quindi sviluppa in loro prosocialità.

Potremmo quindi affermare che l’ambiente insieme ad altri fattori sono importanti per lo sviluppo della prosocialità nel bambino.

Svolgere attività all’aperto, che portino i bambini a cooperare tra di loro, ad aiutarsi e a socializzare, potrebbe essere un primo passo per cambiare una società basata sull’individualismo e sulla non condivisione.

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About Author

Laureata in Servizio Sociale, con tesi sperimentale in Psicologia Ambientale. Attualmente iscritta alla specialistica di Scienze e Politiche Sociali, ho a cuore il benessere delle persone e in particolare dei bambini. I miei principali interessi scientifici sono rivolti alla comprensione dei processi psicologici che si instaurano tra le persone, in particolare i bambini e gli ambienti, o luoghi, di vita quotidiana (l’ambiente scolastico in primis) e valutare come tali processi influenzano positivamente o negativamente il benessere psicologico dell’individuo.

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