Che cos’è l’ADHD?

Il deficit dell’attenzione è un disturbo neurologico che può colpire il bambino fin dai primi mesi di vita e che può continuare nell’infanzia, nell’adolescenza e nell’età adulta. Spesso può presentarsi accompagnato dall’iperattività e in questo caso, è definito deficit dell’attenzione con iperattività (https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_da_deficit_di_attenzione_e_iperattivit%C3%A).

È indicato con la sigla ADHD (Attention-Deficit/ Hyperactivity Disorder) e chi soffre di tale sindrome non produce una quantità sufficiente di sostanze chimiche nelle zone del cervello che sono responsabili dell’organizzazione del pensiero e per questo motivo i centri di organizzazione, non riescono a lavorare bene. Inoltre, numerosi ricercatori hanno ipotizzato che il disturbo ADHD potrebbe essere ereditario, perciò sono in corso delle ricerche su diversi geni che potrebbero essere connessi a questo disturbo.

I sintomi e le manifestazioni

I bambini interessati hanno difficoltà a concentrarsi, agiscono senza pensare, non seguono le istruzioni che gli vengono date, perdono il materiale da usare a scuola, dimenticano le cose, hanno una scarsa organizzazione, non riescono a stare seduti per lungo tempo, si arrampicano in luoghi non idonei, parlano troppo e interrompono gli altri non riuscendo ad aspettare il proprio turno e sono sempre in movimento.

C’è da dire, però, che ogni bambino ha caratteristiche diverse rispetto ad un altro; i sintomi e le manifestazioni dell’ADHD, infatti, sono vari e per capirli al meglio abbiamo bisogno di un’anamnesi approfondita della storia del bambino, di una valutazione della fase iniziale dell’insorgenza del problema e della sua storia familiare.

Occorre poi sottolineare che si parla di ADHD quando questi sintomi si manifestano per più di sei mesi, sono causa di problemi relazionali e si verificano in contesti diversi (casa, scuola, occasioni di gioco, ecc.).

Chi colpisce?

Tale problema, a livello mondiale, interessa il 6% circa dei bambini in età scolare ed è più diffuso nel sesso maschile.

Le manifestazioni sono differenti in base al sesso: i bambini tendono a essere più agitati e irrequieti, mentre le e bambine raramente hanno tali comportamenti e , tendono, invece, a isolarsi e a non socializzare.

In passato si pensava che dal deficit di ADHD si guarisse in modo spontaneo con l’avanzare dell’età, in realtà non è così. Crescendo il bambino può imparare a gestire meglio i sintomi e solitamente l’iperattività nella tarda adolescenza sparisce, ma gli studi hanno evidenziato che i bambini continuano ad avere sbalzi d’umore, a distrarsi facilmente e a non riuscire a portare a termine i compiti che gli vengono assegnati.

Se i bambini vengono aiutati tempestivamente con interventi educativi e psicologici mirati, riusciranno ad avere una vita sociale e scolastica adeguata.

Ambiente e ADHD

Alcune ricerche hanno dimostrato come tra le cause dell’insorgenza dell’ADHD ci sia anche l’ambiente. Come ben possiamo immaginare, siamo ogni giorno a contatto con degli stressor ambientali e con innumerevoli agenti inquinanti, che influenzano negativamente la nostra vita e la nostra salute (http://www.environmentbehavior.it/rumore-uno-dei-piu-comuni-stressor-ambientali/).

L’esposizione del bambino alle tossine ambientali potrebbe essere una causa dell’insorgenza dei problemi comportamentali e dello sviluppo. Per esempio, l’esposizione al piombo, presente nei tubi dei vecchi edifici o nelle vernici usate per tinteggiare le pareti, può essere la causa di comportamenti distruttivi e persino violenti e della diminuzione della capacità di concentrazione.

Analogamente, se sfruttato positivamente, l’ambiente, in particolare quello naturale, può essere una risorsa importante per il trattamento dell’ADHD.

L’influenza positiva dei luoghi naturali

Alcuni studi recenti hanno dimostrato il legame positivo tra gli spazi verdi e lo sviluppo psicologico del bambino.

Per i bambini affetti da disturbi di attenzione e d’iperattività sono stati fatti programmi di educazione all’aperto ed è stato visto che reagiscono meglio del solito dopo attività in spazi verdi: camminare in un parco o semplicemente ammirare dalla finestra un ambiente naturale con alberi, fiori e animali, riesce a tranquillizzare anche i soggetti più irrequieti.

I bambini affetti da ADHD, grazie al contatto con la natura, riescono ad avere benefici sul proprio comportamento e conseguentemente anche nella vita privata e scolastica.

La teoria dell’attenzione rigenerata

Secondo “la teoria dell’attenzione rigenerata”, l’esposizione ad ambienti naturali ha un effetto rigenerativo sull’attenzione diretta, cioè sulla capacità di bloccare gli stimoli distraenti durante lo svolgimento di un compito. Il bambino, infatti, riesce a liberare la mente dal frastuono e dal sovraccarico cognitivo e quindi a ristorare l’attenzione. Per questo, anche gli ambienti costruiti dovrebbero avere sempre degli elementi che richiamino la vegetazione come i panorami naturali, i prati verdi e/o l’acqua che scorre, in modo da poter prevenire e curare l’affaticamento mentale.

La natura può rappresentare dunque un’ottima terapia per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività da eventualmente affiancare alle altre tipologie di trattamento.

I ricercatori, gli psicologi e i pedagogisti, oggigiorno raccomandano di rendere la vita dei più piccoli, e in particolare di quelli affetti da ADHD, più accessibile alle esperienze nella natura e negli spazi verdi.

Concludiamo ricordando una celebre affermazione di Leopardi:

“L’uomo che si allontana dalla natura si allontana dalla felicità”.

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About Author

Laureata in Servizio Sociale, con tesi sperimentale in Psicologia Ambientale. Attualmente iscritta alla specialistica di Scienze e Politiche Sociali, ho a cuore il benessere delle persone e in particolare dei bambini. I miei principali interessi scientifici sono rivolti alla comprensione dei processi psicologici che si instaurano tra le persone, in particolare i bambini e gli ambienti, o luoghi, di vita quotidiana (l’ambiente scolastico in primis) e valutare come tali processi influenzano positivamente o negativamente il benessere psicologico dell’individuo.