Considerato il penitenziario maschile di massima sicurezza più sicuro degli USA, ospita detenuti considerati socialmente pericolosi tra cui terroristi e spie, che devono scontare pene a lungo termine e che sono destinati all’isolamento.

Costruito nel 1994, è stato definito dal New York Times “il punto più alto di un particolare approccio del sistema penale degli Stati Uniti, in base al quale degli astratti sogni di riabilitazione sono stati completamente sostituiti dall’architettura del controllo”. In effetti, qui i detenuti sono condannati a trascorrere almeno un anno in isolamento 23 ore al giorno, in attesa di un trattamento ufficiale ma, come ha più volte denunciato Amnesty International il tempo effettivo sembrerebbe essere più di 8 anni.

Qui i detenuti in regime d’isolamento vivono in celle con pareti di cemento a tenuta stagna, serrate da una porta di metallo per impedire qualsiasi contatto con gli altri prigionieri. L’unico spiraglio verso l’esterno è costituito da una piccola finestra, appositamente pensata per impedire ai prigionieri di capire in quale zona del carcere si trovano. Ai detenuti è negato ogni tipo di contatto umano e gli stessi agenti di custodia, hanno l’ordine di non interagire con loro.

Anche l’arredamento è a sua volta di cemento e si riduce ad una branda, un tavolo e uno sgabello rigorosamente fissati a terra, una doccia e un gabinetto. L’igiene intima, infatti, viene effettuata all’interno della cella stessa, così come la consumazione dei pasti. Tutte le visite mediche, compresi i controlli sulla salute mentale, vengono effettuati quasi esclusivamente in teleconferenza.

Quasi tutte le celle hanno un televisore, ma i programmi e i canali disponibili sono filtrati dagli organi di sicurezza. I detenuti possono richiedere dei libri ma, anche in questo caso, vengono posti dei controlli rigidi sui titoli e sui contenuti.

L’ADX Florence ha ricevuto numerose accuse ed è implicato in quella che è stata definita come la più grande causa legale contro lo United States Bureau of Prisons.

Per sottolineare le estreme condizioni in cui versano i detenuti, è stata resa pubblica una testimonianza di Mahmud Abouhalima, uno dei terroristi coinvolti nell’attentato del 1993 al World Trade Center che ha scritto: “Passo i giorni seduto in una stanza in cui non ho più di tre metri per camminare, questo piccolo buco è diventato tutto il mio mondo, la mia sala da pranzo, il luogo in cui leggo, scrivo, dormo, cammino. Il luogo in cui urinare e defecare. Praticamente vivo in un bagno, e questo concetto mi tormenta da dieci anni”.

Sembra non manchino, inoltre, gravi episodi come tentati suicidi, torture ed estremi atti autolesionistici. Ne è un esempio il caso di un detenuto con un passato di disturbi mentali, impiccato nella sua cella d’isolamento nella quale aveva trascorso oltre 10 anni, ricevendo cure parziali. Venne poi riscontrato che, nei giorni precedenti, aveva manifestato sintomi psicotici totalmente ignorati dal personale medico e di custodia.

Un altro detenuto manifestò episodi deliranti, arrivando ad amputarsi un dito, mangiandolo insieme al suo pasto giornaliero poiché aveva udito la voce di Dio che lo intimava a farlo. Sorte peggiore è toccata ad un altro recluso che si amputò un dito, si recise i lobi delle orecchie ed il tendine d’Achille, si inserì delle graffette in faccia, ingoiò un dentifricio e cercò di tagliarsi l’addome per recuperarlo. Successivamente, dopo essersi fatto un buco in fronte, si iniettò quello che riteneva essere un fluido ad alto contenuto di batteri. Diversi anni dopo, si aprì lo scroto e rimosse un testicolo.

Il governo statunitense ha proposto di estendere la detenzione estrema in isolamento nel sistema delle prigioni federali, scelta che ha destato notevoli preoccupazioni per lo stato psico-fisico dei detenuti.

Negli Stati Uniti esistono già degli istituti penitenziari che ricorrono a misure estreme come l’isolamento prolungato, non solo dopo la condanna ma anche durante il fermo preventivo. Qui i reclusi passano mesi o anche anni in attesa di processo, rinchiusi in piccole celle con scarso accesso alla luce naturale e nessuna possibilità di fare esercizio fisico all’aperto.

Come ci spiega il The Guardian, la scelta di costruire un carcere con le caratteristiche dell’ADX Florence, è figlia di incidenti che hanno visto coinvolti scontri mortali tra detenuti e agenti di custodia come il clamoroso episodio del carcere di massima sicurezza di Marion, Illinois. Nello stesso giorno avvennero due omicidi separati di due agenti ad opera di due detenuti.

Nonostante questo penitenziario ospiti personaggi considerati estremamente pericolosi per l’incolumità dei civili e del Paese, non bisogna dimenticare quelli che sono i diritti umani che, nel caso dell’ADX Florence, sembrano essere stati del tutto ignorati volutamente, nonostante i gravi episodi sopra citati. Un abuso brutale dell’isolamento va al di là delle legittime misure restrittive e si configura come trattamento crudele e disumano.

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Psicologo esperto in Sessuologia clinica

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